“Il Signore ha messo la sua mano su di te, non dimenticare mai il Dono”. Johnny Cash rievoca le parole della madre quando lo sente cantare per la prima volta con quella voce incredibile. La Voce come Dono: “È la prima volta che lo ha chiamato così. Cantare, comporre canzoni per la mia voce, questo è il Dono”.
Per chi ha conosciuto e amato Johnny Cash grazie alle sue canzoni, tramite i video dei suoi celebri concerti nelle prigioni o anche solo grazie al film Quando l’amore brucia l’anima – Walk the line in cui il ruolo Johnny è interpretato dall’ottimo Joaquin “Joker” Phoenix, non può perdersi la visione di The Gift: The Journey of Johnny Cash. Si tratta di un documentario di un’ora e trenta del regista Thom Zimny (Western Stars, Springsteen on Broadway) disponibile gratuitamente e in esclusiva su YouTube che percorre la vita del Man in Black tramite foto e filmati originali con la voce narrante dello stesso Cash, dei suoi figli Rosanne Cash e John Carter Cash e di artisti del calibro di Graham Nash, Jackson Browne e Emmylou Harris.
Nel documentario ci sono parecchi brani della produzione di Cash (su Spotify è disponibile l’intera playlist) e l’apertura è con il classico Folsom Prison Blues (Hello, I’m Johnny Cash!!!) in cui scorrono diverse immagini del famoso concerto nel carcere di Folsom. La colonna sonora originale del film, in cui le parole di Cash sono parte integrante, è invece opera di Mike McCready, chitarrista dei Pearl Jam, che accompagna il viaggio umano e artistico dell’Uomo in Nero dalla nascita nell’Arkansas rurale nel 1932 fino alla sua scomparsa a Nashville nel 2003.
Nei giorni nostri si sente spesso parlare del Green New Deal che innoverà la produzione industriale mondiale e che rivoluzionerà la società con una nuova impronta verde. Nel 1935 il “New Deal” del presidente Roosevelt ha invece come obiettivo di promuovere lo sviluppo agricolo della Nazione consegnando un appezzamento di terra, una casa, un fienile e un mulo a centinaia di famiglie… il padre di Johnny è uno dei fortunati vincitori. Johnny cresce quindi in un contesto umile di provincia e di duro lavoro nei campi e dopo una breve parentesi in fabbrica alla Pontiac, si arruola nell’Air Force dapprima in Texas, dove conosce la prima moglie Vivian Liberto, e poi in Germania dove viene impiegato nel reparto radio a decifrare i codici russi. Chi meglio di lui ha orecchio per “comprendere come le parole si combinano e come i versi e i ritmi riescono a combaciare e a stare bene insieme”, racconta il figlio John Carter Cash. Il ritorno e quindi la decisione di intraprendere una carriera musicale sono l’inizio del mito di Johnny Cash.
Bruce Springsteen contribuisce nel filmato con una riflessione sulla musica Country: “Peccato e Salvezza. La musica country è tutta sul sabato sera e la domenica mattina. Pentirsi, pentirsi la domenica per quello che hai fatto la sera prima”. Saturday Night e Sunday Mornings, questo è il Country e questa è stata la vita di Johnny Cash. Le droghe, l’alcol e le medicine, anche prescritte dai medici, servono per sostenere la vita estenuante in Tour e le performance dal vivo cariche di energia. “La vita è una questione di scelte”, si ricorda nel film, come quella di privilegiare la musica con la Columbia (anziché continuare con la piccola Sun Records), che comporta lunghi tour promozionali, piuttosto che dedicare tempo alla moglie e alle 4 figlie. Quindi l’incontro con June Carter che si unisce a suoi concerti nel ’62 per non lasciarlo più: si sposa in seconde nozze e rimarrà la sua compagnia per il resto dei suoi giorni.
Tra i passaggi chiave della sua vita, la morte da ragazzino dell’amato fratello Jack per via di un incidente in segheria e il suicidio di Glen Sherley carcerato di Folsom e autore di “Greystone Chapel” che Johnny aveva coinvolto nei suoi show musicali. Johnny Cash continuerà a fare del bene al prossimo, ma questi due eventi drammatici lo aiuteranno a comprendere meglio che la vita degli altri e la loro salvezza non dipendono direttamente dalle sue azioni. Fervente cristiano e amante della Bibbia, Johnny Cash ha sempre tirato dritto per la sua strada, I walk the line.
Il cantautore Claudio Chieffo, attento conoscitore dell’animo umano, cantava in Favola: “Non arrenderti al buio che le cose divora, ora è notte ma il giorno verrà ancora”. Johnny Cash ha camminato più volte nel buio, ma poi ha sempre ritrovato la luce. Loss and Salvation, dolore e luce: la religione e la spiritualità hanno determinato la personalità e hanno sempre guidato la vita artistica di Johnny.
“Quale vantaggio ha un uomo che guadagna il mondo intero ma perde se stesso”? Ottenuto un successo clamoroso, in cui l’apice viene raggiunto con lo spettacolo televisivo Johnny Cash Show in cui diventa la “Voce d’America”, Cash decide di cambiare rotta artistica e di dedicarsi alla musica gospel e alla difesa di più deboli: “Le vendite dei miei dischi precipitarono quando dichiarai la mia fede”. Per quanto negli anni ’70 le vendite sono scarse a Johnny importa poco, come dice il figlio John Carter Cash in quegli anni il padre: “Individuò uno scopo, chi era e dove era diretto. Da allora visse con gioia la vita”. Eppure negli anni ’80 Johnny ricade nuovamente con la dipendenza agli stupefacenti e ancora la sua carriera sembra giungere al termine. Nel 1992 ci vuole l’intuizione di quel genio di Rick Rubin che con gli American Recordings riesce a trovare una nuova dimensione all’arte e al talento di Johnny Cash.
In tutto il film emerge la profonda spiritualità che caratterizza non solo la sua produzione musicale, ma anche il suo modo di affrontare la vita. Successo, fallimento, redenzione e rinascita questa è la parabola umana di Johnny Cash che si è ripetuta più volte. Il film si conclude con la musica di Spiritual di Josh Haden degli Spain incisa da Cash per l’album Unchained. Le parole sono quelle di un peccatore che invoca la salvezza prima di morire: “Jesus, oh Jesus I don’t want to die alone, Jesus if you hear my last breath, don’t leave me here, left to die a lonely death”. Johnny certo di quello che ha incontrato in vita si affida completamente al Mistero “Ora tutto quello che ho sei tu”.