La band dei Jesus and Mary Chain accusa la casa discografica e richiede due milioni e mezzo di dollari in danni aggiuntivi. ”Una normativa americana contro una legislazione inglese”, questa è la motivazione della causa del gruppo alternative rock scozzese alla Warner. L’etichetta si rifiuterebbe di applicare una regola del copyright degli Stati Uniti che imporrebbe di restituire i diritti agli autori sulle registrazioni delle canzoni, perché hanno superato i trentacinque anni. The Jesus and Mary Chain hanno infatti esordito nel 1985 con l’album di debutto ”Psychocandy”, considerato epico per il suo modo innovativo di utilizzare le melodie pop e con il quale hanno contribuito in modo determinante alla creazione di un nuovo genere musicale, lo shoegaze. Da questo disco sono stati estratti i tre singoli ”You Trip Me Up”, ”Never Understand” e ”Just Like Honey”, quest’ultimo ha raggiunto il 55esimo posto nella classifica inglese dei singoli più venduti e ha fatto parte della colonna sonora del film ”Lost in Translation”. Dunque, la legge inglese non porrebbe nessun limite di anni sulle opere degli artisti mentre una normativa statunitense sì, non molto tempo fa anche i Duran Duran si sono ritrovati in una situazione simile, persero la causa perché secondo il giudice la band non aveva diritto di applicare quella normativa.
Le parole dei legali dei Jesus and Mary Chain
In merito alla causa lanciata dai Jesus and Mary Chain contro la Warner, i legali della band hanno rilasciato alcune dichiarazioni: ”La nostra legge sul copyright offre agli artisti e ai cantautori una preziosa opportunità irripetibile di porre fine a vecchi accordi e riottenere le loro opere creative, dopo 35 anni. Questa seconda possibilità è sempre stata una parte della nostra legge sul copyright. In questo caso contro WMG, l’etichetta ha rifiutato di riconoscere la validità di qualsiasi avviso di cessazione notificato dai Jesus and Mary Chain e ha completamente ignorato i diritti di proprietà della band. Nonostante la legge degli Stati Uniti restituisca i diritti alla band, WMG continua a sfruttare quelle registrazioni e quindi a violare intenzionalmente i diritti d’autore dei nostri clienti. Questo comportamento deve cessare. Le questioni legali in questa causa sono di fondamentale importanza per l’industria musicale”. Ci fu una prima richiesta già a fine 2019 a seguito della quale la casa discografica si è appellata alla legge inglese in base alla quale la band non ha mai posseduto alcun copyright di cui entrare in possesso.