In Arabia Saudita sta sorgendo “The Line”, una metropoli nel deserto che sarà lunga 170 chilometri ma larga appena 200 metri. A partecipare alla costruzione sarà anche lo studio d’architettura italiano Fuksas. I fondatori Massimiliano Doriana, in una intervista a Repubblica, hanno parlato dell’utopistico progetto. “Siamo stati inizialmente chiamati a ideare dei singoli spazi abitativi, molto ampi. Abbiamo capito subito che il progetto si basava totalmente sull’innovazione, sull’ideare qualcosa che ancora dal punto di vista architettonico non era stato tentato”, hanno spiegato.



La città sarà basata sul principio di Zero Gravity Urbanism, che è rappresentato dalla verticalità. “La città si sviluppa per soli 200 metri in larghezza, ed è delimitata da pareti riflettenti alte 500 metri. Le pareti hanno una doppia funzione. Poiché l’energia deve essere 100% rinnovabile, le pareti assolvono la funzione di produrre questa energia, e di riflettere il paesaggio circostante, il panorama del deserto. L’ambizione è quella di ridurre l’impatto sulla natura”.



The Line, metropoli in Arabia Saudita: il progetto

The Line” si discosta completamente dalle metropoli del resto del mondo: in Arabia Saudita è stata costruita una realtà utopistica. “Pensate alle città europee, a Parigi o Milano, che continuano a espandersi orizzontalmente. E ora immaginate di schiacciarle, per così dire, in verticale. Questo è anche il principio sul quale noi abbiamo lavorato per creare i tre moduli che ci sono stati affidati. Non si deve pensare al concetto di torre o grattacielo in senso classico. Nei nostri moduli tutte le funzioni urbane sono presenti e integrate: abitazioni, verde, spazi pubblici di vario tipo. Per noi si è trattato per così dire di mettere a frutto e dare nuova applicazione una serie di idee che abbiamo sviluppato nel corso degli anni in progetti precedenti”, hanno raccontato gli architetti dello Studio Fuksas.



Anche l’esperienza del movimento all’interno della città sarà completamente innovativa. La popolazione dovrebbe iniziare ad abitarci nel 2030. “In questo momento si sta già lavorando per sviluppare una mobilità ad alta velocità che sia sotterranea, in modo che in superficie la città sia car-free. Integrare le funzioni significa che quello che serve può essere raggiunto a piedi, senza bisogno di usare le auto”, hanno concluso.