Del libro da cui è attinto il film, di cui vi parlerò di seguito, c’è poco da dire, è un buon romanzo, scritto bene, ma la trasposizione in pellicola ha valorizzato la storia, l’ha resa godibile e brillante. Gli sceneggiatori sono stati i fratelli Jonathan e Christopher Nolan. Sì, stiamo parlando del regista cinematografico per me number one di questi anni e di suo fratello. Il lavoro di scrittura è stato lungo, pare quasi cinque anni, legato al fatto che il romanzo era una rilettura di un diario. Il travaglio per trasporlo in pellicola perciò è stato laborioso, ma l’estro e la genialità del regista ci ha regalato un gioiello.
Il libro, “The Prestige”, è stato scritto da Christopher Priest nel 1995, mentre il film è uscito nelle sale nel 2005 con lo stesso titolo. Nella sezione extra del dvd troverete lo scrittore favorevolmente compiaciuto della pellicola, non era facile, il romanzo non era stato pensato per il cinema. Il tema è l’illusionismo e la storia di due amici che diventano rivali La cosa più semplice sarebbe stata esaltare i trucchi e numeri di magia, ma Nolan è stato sulla vita e il percorso umano dei due protagonisti. Chiaramente con la sua capacità di essere visionario e di saper vedere oltre. Come per Dunkirk, Nolan lavora su varie linee narrative con flashback e incroci temporali.
La trama è una bella matassa ingarbugliata e parte con l’illusionista Alfred Borden mentre sta leggendo il diario del suo collega Robert Angier, che ripercorre la loro carriera e di fatto la loro vita. È detenuto in attesa di processo, accusato di essere l’assassino del suo collega/rivale. Cresciuti insieme si divisero quando, in uno spettacolo, la moglie di Angier morì annegata in un cilindro pieno d’acqua poiché non riuscì a liberarsi delle corde che le stringevano le mani i cui nodi erano stati stretti da Borden. Da qui la divisione e l’odio di Angier che poi sparerà al collega amputandogli due dita delle mani.
Borden è interpretato da Christian Bale (per me un altro number one); Angier da Hugh Jackman, che non sfigura minimamente, anzi; l’ingénieur è il grande Michael Caine nei panni del tecnico e creatore di trucchi che collabora alternativamente con entrambi gli illusionisti; Rebecca Maria Hall, moglie di Bale; Scarlett Johansson assistente di Jackman e poi amante di Bale, e… David Bowie di cui vi parlerò più avanti. Un cast chiaramente stellare scelto da Nolan.
Il film è un’alternanza di flashback tra il presente, l’esistenza e la carriera parallela dei due illusionisti che, dopo la drammatica divisione, prosegue prima faticosamente, finché pian piano emergono con degli spettacoli acclamati dal pubblico. Bale/Borden è un creativo mentre Jackman/Angier ha, diremmo oggi, una forte capacità di comunicazione e di marketing.
In uno spettacolo Borden, entra da una porta e dopo tre secondi ne esce da un’altra posta a quattro metri. Trucco? Magia? Illusione? Il rivale pensa che non sia un trucco, ma che utilizzi il teletrasporto. Per scoprire il prodigio manda la sua assistente, la bella Scarlett, alla corte di Bale, che ne diventa l’amante schierandosi dalla sua parte anche professionalmente.
Angier va in fissa e da Londra si trasferisce negli States dove incontra lo scienziato Nikola Tesla che sta sperimentando il teletrasporto. Tesla è stato un grande uomo di scienza, visionario e troppo avanti per il suo tempo, non a caso Elon Musk gli ha dedicato la sua famosa automobile. Tesla è interpretato dal mitico David Bowie, all’inizio riluttante a interpretare il bizzarro scienziato, ma poi convinto a forza da Nolan.
Nel frattempo la moglie di Borden, stanca dei tradimenti del marito e del suo anteporre il lavoro alla famiglia, si suicida lasciando la piccola figlia orfana.
Angier tornerà in Europa con la sua macchina del teletrasporto. Borden cercherà di scoprirne il segreto e assisterà alla morte del collega che come la moglie non riesce a uscire da un cilindro pieno d’acqua morendo annegato. Da qui l’imputazione di omicidio, il processo e la condanna all’impiccagione.
Prima dell’esecuzione della condanna viene ricattato, è costretto a consegnare gli appunti segreti del suo spettacolo in cambio dell’adozione della piccola figlia da parte di un filantropo sconosciuto che non è altro che il suo rivale Angier/Jackman. È vivo e vegeto, il morto non era che un clone creato dalla macchina ideata da Tesla.
Bale muore impiccato, ma… abbiamo un colpo di scena finale che non spoilero poiché i miei 32 lettori s’incazzerebbero mandandomi insulti e iatture.
Bel film, avvincente, con colpi di scena che non lasciano tregua. I dialoghi non son mai banali, gli attori a parte il number one, sono sopra le aspettative (su Jackman e la Johansson ero pre condizionato). Caine alto livello, come sempre. Fotografia ottima, Walter Pfister (sodale di tutti i film di Nolan e Premio Oscar per Inception) ha utilizzato molto la luce naturale senza invasione di troppi riflettori rendendo le scene consone al tema misterioso del film.
Ora rendo omaggio a Tony Binarelli, morto da poco, grande prestigiatore, le sue mani sono famose per i giochi con le carte in … E continuavano a chiamarlo Trinità. È ancora vivo il Mago Silvan, anche lui ha lavorato nel cinema, ma è diventato famoso con la tv coniando il motto Sin Salabim (è stato anche un programma Rai) in alternativa al famoso Abracadabra utilizzato da quasi tutti gli illusionisti per creare suspense.
È un film drammatico dove i due illusionisti pongono la loro arte come scopo della vita, trascurando il resto. L’aggravante è che per loro si confonde con la realtà e vi è lo sforzo di possedere tutto. Nel film lo vediamo nella paranoia di Jackman che a tutti i costi vuole arrivare al teletrasporto. Abbiamo gli scienziati che studiano fisica quantistica e che studiano questo fenomeno. Per ora fantascienza.
Non ho un background scientifico, ma mi fido solo della bilocazione dei Santi.
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