I leader del mondo commentano le dimissioni di Theresa May, in particolare quelli dell’Unione europea. Angela Merkel ha dichiarato di «rispettare» la decisione, invece il portavoce del governo tedesco non ha aggiunto ulteriori precisazioni. Il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker, attraverso la portavoce Mina Andreeva, ha affermato invece di aver seguito in diretta l’annuncio della premier britannica «senza gioia personale». E ha dichiarato che Theresa May ha dimostrato di essere una «donna di coraggio per la quale nutre il massimo rispetto». Allo stesso modo, la Commissione «rispetterà il prossimo primo ministro, chiunque esso sia». E ha concluso: «Rimaniamo disponibili su chiunque altro sarà primo ministro». La regione è semplice: le dimissioni della May aprono un dibattito in tutta Europa sul futuro dei negoziati per la Brexit, quindi per l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea. (agg. di Silvana Palazzo)
LE PRIME REAZIONI POLITICHE
Prime reazioni internazionali dopo le dimissioni di Theresa May. Il presidente francese Emmanuel Macron ha chiesto un «chiarimento rapido» sulla Brexit, omaggiando il «coraggioso lavoro» dell’ormai ex premier britannica. Il leader di En Marche ha poi sottolineato: «E’ ancora presto per speculare sulle conseguenze di questa decisione, i principi dell’Unione Europea continueranno a essere applicati, specialmente per preservare il buon funzionamento dell’Unione Europea». Pesante il giudizio dell’ex premier Pd Matteo Renzi: «Hanno vinto un referendum nel 2016 con bugie e fake news. Dovevano rivoluzionare tutto e tre anni dopo il Paese è in crisi e senza futuro. Puoi vincere un referendum con le bugie ma poi il conto lo paga la povera gente. Naturalmente sto parlando del Regno Unito». Questo il monito di Paolo Gentiloni: «Brexit colpisce ancora. Ultima chiamata per i sonnambuli e gli apprendisti stregoni che sottovalutano il rischio di un’Italia fuori dall’Europa». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
LA LISTA DEI POSSIBILI SUCCESSORI
Proseguono le reazioni politiche in Gran Bretagna, alla notizia dell’annuncio delle dimissioni da parte del primo ministro Theresa May. Fra coloro che hanno voluto ringraziare e salutare l’ormai ex “presidente del consiglio”, Boris Johnson, uno dei maggiori euroscettici del Regno Unito, che attraverso il proprio profilo Twitter ha scritto: «Un discorso di grande dignità da Theresa May, ora è tempo di andare avanti verso ciò che lei ha chiesto: unirci e attuare la Brexit». Parole, che come sottolinea Repubblica, suonano già quasi da campagna elettorale, visto che l’ex ministro degli esteri è considerato uno dei possibili candidati per la successione proprio della May. Anche Nigel Farage, il numero uno del Brexit Party, probabile partito che vincerà le elezioni europee in corso, ha espresso il proprio parere sulla questione May, cinguettando: «E’ molto difficile non dispiacersi per la May, ma politicamente ha valutato male l’umore del Paese e del suo partito. Sono andati via i due leader tory che avevano posizioni pro Ue. Il partito impari la lezione o morirà». Nel precedente focus vi abbiamo riportato anche il pensiero di Corbyn, che insieme a Johnson e Farage formano il trio dei tre possibili candidati per il ruolo di prossimo primo ministro britannico. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
THERESA MAY ANNUNCIA LE DIMISSIONI
Dimissioni il 7 giugno: Theresa May ha annunciato di lasciare Downing Street, il caos Brexit ha costretto il primo ministro a passare la mano. Il leader dell’opposizione laburista Jeremy Corbyn ha subito commentato: «La May ha ammesso ciò che il Paese sa da mesi, ovvero che lei non può governare e neppure il suo partito, diviso e in via di disintegrazione. Ora immediate elezioni politiche». Queste, invece, le parole del rivale Boris Johnson: «Grazie per il tuo stoico servizio al nostro Paese e al partito conservatore, il suo è stato un discorso molto dignitoso. Ora è tempo di seguire le sue esortazioni, unirsi e attuare la Brexit». Jeremy Hunt, ministro degli Esteri, ha ringraziato: «Oggi voglio rendere omaggio alla premier: attuare la Brexit è sempre stato un compito enorme, ma lei l’ha affrontato con coraggio e risolutezza». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
LA MAY LASCIA DOWNING STREET
Il primo ministro britannico Theresa May ha annunciato oggi le sue dimissioni. Schiacciata dalle intense pressioni del suo stesso partito, ha scelto il 7 giugno come giorno in cui si farà da parte, chiudendo così la sua turbolenta premiership triennale. L’annuncio è arrivato dopo una riunione con Graham Brady, presidente del Comitato 1922, a cui spetta il coordinamento interno dei parlamentari Tory. Dopo aver fallito i tentativi di far passare l’accordo per l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea, May ha ammesso di non essere riuscita a portare a compimento la Brexit, ma ha assicurato di aver fatto tutto il possibile per convincere i parlamentari a trovare un accordo a riguardo. Ora i due favoriti all’interno del partito per sostituirla sono Andrea Laeadsom, che si occupava dei lavori parlamentari e che in settimana ha annunciato le dimissioni, e l’ex ministro degli Esteri già sindaco di Londra Boris Johnson, entrambi convinti sostenitori di una Brexit dura e senza compromessi con l’Ue.
THERESA MAY DIMISSIONI “LASCIO IL 7 GIUGNO”
«Lascio il 7 giugno, ho già parlato con la regina», ha dichiarato la premier britannica Theresa May annunciando le dimissioni dopo mesi di dibattito sulla Brexit. «È motivo di profondo rammarico non essere riuscita a completare la Brexit, ma sono orgogliosa dei progressi fatti negli ultimi anni. So che possiamo farcela e che il partito Conservatore possa rinnovarsi», ha aggiunto nel suo discorso. Ma lo ha terminato in lacrime: «Ho servito il Paese che amo». Nelle prossime settimane sarà eletto il suo successore alla guida dei Tory, poi dovrà subentrarle come primo ministro a Downing Street. Stando a quanto riferito da fonti di governo alla BBC, Theresa May dovrebbe anche fissare un calendario per avviare le procedure di nomina del suo successore, probabilmente il prossimo 10 giugno, dopo la visita nel Regno Unito di Donald Trump. Il presidente americano è atteso infatti il 3 giugno. Le indiscrezioni facevano riferimento al 10 giugno, ma le dimissioni verranno formalizzate tre giorni prima. Invece sono previsti tempi un po’ lunghi per la scelta del nuovo leader Tory: la procedura di nomina automatica a premier potrebbe durare anche fino a sei settimane.