TERREMOTO UE, LE DIMISSIONI DI BRETON DALLA COMMISSIONE CON ATTACCO A VON DER LEYEN
Piccola premessa-curiosità ma necessaria: Thierry Breton si è dimesso dalla Commissione Ue e lo ha annunciato su X, proprio il social messo nel mirino nel recente passato dal politico francese per colpire il patron Elon Musk (che stava intervistando in quelle ore il candidato Presidente Usa Donald Trump). Al netto della “simpatica” ironia del destino, il tema politico è di ben più pregna importanza: a meno di 24 ore dall’annuncio della nuova Commissione Europea (prevista per domani 17 settembre 2024 dopo il clamoroso rinvio di una settimana fa, ndr) uno dei commissari più importanti della precedente e, si pensava anche futura, squadra Ue abbandona. Ma non lo fa con diplomazia e sobrietà, lo fa attaccando a più non posso la stessa Ursula Von der Leyen («mi ha ripudiato») con la quale da diversi mesi i rapporti erano buoni probabilmente come quelli tra le due Coree.
Con un primo tweet, Breton post il suo “ritratto ufficiale” per il prossimo mandato nella Commissione Europea, caricando la foto di un quadro vuoto: per essere però ancora più chiari, in una missiva pubblicata sempre su X il commissario uscente al Mercato Interno motiva nel dettaglio il perché ha deciso di dimettersi (e perché proprio oggi). Dopo la nomina del Presidente Macron lo scorso 25 luglio come commissario unico in quota Francia, tutto è cambiato negli scorsi giorni con l’avvicinarsi della scadenza per la presentazione della nuova squadra. Se infatti si pensava che il “caso Fitto” fosse l’unico di discussione interna a Bruxelles, le dimissioni di Breton oggi fanno ben intuire la portata del terremoto in corso su e con Von der Leyen: «nella fase finale dei negoziati sulla composizione del futuro Collegio, hai chiesto alla Francia di ritirare il mio nome». Breton si rivolge direttamente alla Presidente della Commissione Ue, attaccandola per averlo di fatto cacciato da Bruxelles per motivi «personali» e che non sono mai stati comunicati al diretto interessato.
DA DOVE NASCE LO SCONTRO VON DER LEYEN-BRETON E CHE RUOLO HA MACRON: INTANTO L’UE È ANCORA SENZA COMMISSIONE…
Non solo, Thierry Breton nell’annunciare le dimissioni lancia anche il “carico da novanta” svelando come Von der Leyen avrebbe offerto a Macron, come sorta di compromesso politico, «un portafoglio presumibilmente più influente per la Francia nel futuro Collegio». Breton cerca il ko tecnico della Presidente Ue mai troppo amata in questi 5 anni di legislatura e contro la quale negli scorsi mesi aveva chiesto di nominare un nuovo candidato per la Presidenza in vista delle Europee 2024.
Sempre nella lettera pubblicata su X l’ormai ex commissario sottolinea di aver speso gli ultimi anni per il sostegno del Mercato interno e del «bene comune europeo», dicendosi onorato della scelta: ma è ancora contro Von der Leyen che riserve le ultime parole al “veleno”. La definisce debole per la sua «governance discutibile» e dopo il tentato presunto “compromesso” con Macron si dice impossibilitato a proseguire: «non posso più esercitare i miei doveri nel Collegio», e così l’annuncio delle dimissioni.
LA FRANCIA NOMINA STEPHANE SEJOURNE COME NUOVO COMMISSARIO AL POSTO DI BRETON: ECCO CHI È
Il terremoto politico in Ue a questo punto è servito: domani resta per ora confermata la presentazione della Commissione Ue ma è evidente che senza Breton ora la Francia chiede (e pretende) un ruolo di rilievo per il nuovo commissario designato in “extremis”, ovvero l’ex Ministro degli Esteri Stéphane Séjourné dell’uscente Governo Attal.
Presidente del gruppo Renew Europe (i liberali di Macron in Ue), conoscitore delle dinamiche internazionali e collaboratore stretto dell’Eliseo, Séjourné si appresta a prendere il ruolo di Breton come peso politico influente all’interno della Commissione Europea. Dai veti dei Verdi, socialisti e dello stesso Macron sulla nomina di Raffaele Fitto alla vicepresidenza della Ue fino al presunto “scambio” politico Von der Leven-Francia per il post Breton, il caos nella maggioranza Ursula è sempre più palese. Da Bruxelles fanno sapere che la Commissione Ue non rischia e che partirà nei prossimi giorni, ma le dinamiche interne e i rapporti di forza quelli sì che potrebbero variare: sul ko di Breton peserebbero, oltre alle forti critiche sulle scelte prese da Von der Leyen sul fronte imprese Ue, anche il monito anti-Musk lanciato dal commissario dimissionario che aveva visto intervenire seccamente la Commissione Ue facendo passare la “sparata” di Breton come una iniziativa «non concordata né coordinata» con la presidente stessa.