Maratona estiva per vedere This is Us. Ognuno di noi conserva sul comodino il libro che leggerà la prossima estate, e che poi rinvia a quella successiva. Beh, capita ormai anche con le serie tv. This is Us è una maratona impegnativa perché le 6 stagioni (ora tutte disponibili su Disney+) contano ben 106 episodi di circa 40’ l’uno. Ma lo sforzo è richiesto anche per l’intensità e la complessità del racconto. Non sempre facile da digerire, per qualche caduta retorica, o eccessi verbali ed evidenti ripetizioni. Ma alla fine si tratta di una piacevole e coinvolgente commedia drammatica che merita lo sforzo.
Siamo ad un anno di distanza dall’uscita dell’ultima stagione, e ancora oggi è ricordata come la serie che ha commosso ed emozionato milioni di persone. Resta una pietra miliare nella storia della serialità generalista, e resta l’operazione più riuscita di modernizzazione dell’idea di famiglia, di rivalutazione delle relazioni familiari, a cominciare dalla paternità e dalla maternità, riuscendo a dare un senso a tutti quei cambiamenti radicali che hanno in pochi anni stravolto valori, regole e principi che hanno dominato per secoli. Ma credo di poter aggiungere che la visione completa – e ovviamente concentrata in poche settimane – mi ha consentito di rilevare anche qualche limite e i motivi che hanno in qualche modo influito sulla generale delusione con cui sono state accolte le stagioni finali rispetto a quelle iniziali.
Procediamo con ordine, partendo da un inquadramento generale del racconto. This is Us è la storia creata da Dan Fogelman della famiglia Pearson di Pittsburgh, in Pensilvania, dagli anni ‘80 ai giorni nostri. Una famiglia come tante, fondata sulla grande storia d’amore tra Jack (Milo Ventimiglia), un ragazzo appena tornato dal Vietnam e con qualche difficoltà a trovare un lavoro decoroso, e Rebecca (Mandy Moore), figlia di una ricca famiglia della città e con una grande passione per la musica. Jack e Rebecca si scoprono anime gemelle e decidono, nonostante il dissenso della famiglia di lei, di sposarsi. Le difficoltà finanziarie sono un problema da affrontare insieme guardando al futuro con ottimismo. E il futuro riserva alla giovane coppia una grande sorpresa: Rebecca è incinta di tre gemelli.
Il giorno del compleanno di Jack, Rebecca entra in travaglio e affronta un difficile parto. Uno dei tre gemelli muore. Nello stesso ospedale, e nella stessa nursery accanto ai due gemelli Pearson trova posto un bimbo di colore lasciato poche ore prima in una stazione dei pompieri. Jack prende la cosa come un segnale e convince Rebecca ad adottarlo. Così i Pearson crescono con lo stesso amore i tre ragazzi: Kevin, bello e vivace, con la passione per lo sport e il cinema; Kate, intelligente e volenterosa, ma che sfoga nel cibo ogni difficoltà; e infine Randall, il figlio adottato di colore, che dimostra un grande talento nello studio. I “tre grandi”, come ama chiamarli il padre.
La storia salta al giorno del 36imo compleanno dei tre ragazzi ormai diventati adulti. Kevin (Justin Hartley) è una star del cinema, ma ha una vita sentimentale complicata. Dopo aver sposato giovanissimo Sophie (Alexandra Breckenridge), l’amore della sua vita, l’ha poi tradita e ha preso il vizio del bere. Kate (Chrissy Metz) non ha risolto il suo problema alimentare ed è una donna infelice. Quando decide di partecipare ad un gruppo di persone con il problema dell’obesità conosce Toby (Chris Sullivan) che diventa dopo poco suo marito e il padre dei suoi figli. Randall (Sterling K. Brown) ha proseguito gli studi ed ha sposato Beth (Susan Kelechi Watson), l’amore conosciuta appena raggiunto il college. Ha una vita perfetta ma è segretamente sopraffatto dal desiderio di sapere la sua storia vera, chi sono i suoi genitori biologici, come sarebbe stata la sua vita se fosse rimasto nella comunità a cui sente di appartenere.
La storia così si svolge con tempi e immagini tra tre momenti diversi, gli anni ‘80 in cui Jack e Rebecca si conoscono e si sposano, gli anni ‘90 in cui i ragazzi sono cresciuti in famiglia e l’attualità. Ogni tanto appaiono dei rapidi flash sul futuro dei nostri tre protagonisti. Lungo questo percorso narrativo ovviamente troviamo tutta l’America che conosciamo, dal Vietnam alla conquista della luna, dalla California delle aziende HiTech e del cinema agli anni del Covid e del riacutizzarsi del conflitto razziale dopo l’uccisione di George Floyd.
Ma possibile che questa intensa storia di amore collettiva non ha mai dovuto pagare un prezzo? Nessuno dei nostri protagonisti è mai incappato in qualche errore? È ovvio che si, e forse questa è la parte più bella e interessante di This is Us. A cominciare dai segreti che ciascuno porta con sé. Lo stesso Jack, che pure sembra un uomo che non ha difetti e non ha nulla da nascondere, ha deciso di cancellare tutta la sua vita precedente all’incontro con Rebecca: non ha più visto la mamma che è dovuta scappare da un padre violento, non parla mai della guerra in Vietnam, ha un fratello che preferisce fare credere a tutti che sia morto e che invece vive come un barbone in una roulotte a pochi chilometri di distanza. Perché lo ha fatto? La nuova vita con la splendida Rebecca e i tre meravigliosi figli richiedevano un tale sacrificio?
Ma anche Rebecca non è stata da meno. Ha nascosto a tutti di aver conosciuto – poco dopo il parto – il padre naturale di Randall, con cui aveva mantenuto i contatti all’insaputa del marito e del figlio. Quando ormai adulti i figli scoprono i segreti dei loro genitori devono necessariamente riconsiderare la loro famiglia, risalire alle ragioni di tali comportamenti. Il più provato di tutti è ovviamente Randall che si era da tempo messo autonomamente sulle tracce della sua famiglia biologica.
Così il clan Pearson, anno dopo anno, si allarga a nuovi mariti e nuove mogli, a fratelli e genitori ritrovati, nuovi figli naturali e adottati, fino a diventare un folto gruppo di persone che sanno di aver intrecciato per sempre le loro vite. Si ritroveranno ancora una volta tutto insieme intorno a Rebecca morente, come una sola grande famiglia. This is Us è una delle serie migliori di questi ultimi 10 anni. Ottima la scrittura, pienamente riuscito il lavoro di un cast di altissimo livello. Uno sforzo corale che ha contribuito in questi anni controversi a cogliere, con uno sguardo d’assieme, tutte le novità della società di oggi, dando un senso di normalità ad ogni piccola o grande innovazione introdotta nella nostra vita, e sul perché questo è giusto che sia accaduto.
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