L’indagato per l’omicidio di mio figlio lavorò da me“. Lo afferma il padre di Thomas Bricca, Paolo, ai microfoni di Ore 14 in una intervista a margine della notizia dell’iscrizione di un nome nel registro notizie di reato in merito all’uccisione del 19enne ad Alatri. Thomas Bricca è stato colpito alla testa da un proiettile durante un agguato avvenuto il 30 gennaio scorso, ed è morto dopo il ricovero. La persona attualmente indagata sarebbe un ragazzo di 22 anni il cui alibi, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, avrebbe presentato un “buco” di potenziale interesse investigativo.



Interrogato in ordine ai suoi spostamenti la sera del delitto, il giovane avrebbe dato la sua versione escludendo un suo coinvolgimento nella vicenda. Il 22enne avrebbe risposto per circa 6 ore alle domande degli inquirenti e all’esito dell‘interrogatorio non sarebbe stato emesso alcun fermo. Secondo quanto descritto dal padre di Thomas Bricca, il soggetto indagato sarebbe a lui noto in quanto avrebbe lavorato nella sua officina per un breve periodo. “Spero che chi ha agito esca con le manette e paghi per quello che ha fatto – ha dichiarato Paolo Bricca –. Poi tocca pure agli altri del gruppo. Io ti perdono – ha aggiunto l’uomo rivolgendosi all’assassino di suo figlio, ancora senza identità –, però devi pagare con la galera, devi andare in galera. Tanto tempo fa avevo messo qui questo ragazzo, la madre mi chiese se davo un’addrizzata al figlio perché era un po’ così. Era molto nervoso, passavano le persone e le prendeva a parole brutte. L’ho tenuto un paio di mesi, poi l’ho mandato via”.



Il padre di Thomas Bricca: “Dopo il dolore pure la beffa”

Il padre di Thomas Bricca ha accolto la notizia della conclusione dell’interrogatorio a carico dell’unico indagato, un giovane di 22 anni, per l’omicidio di suo figlio con un commento relativo all’assenza di un provvedimento di fermo. Gli inquirenti non avrebbero ravvisato elementi utili a sostenere l’esigenza di una misura cautelare e le indagini proseguono nel massimo riserbo. “C’è un po’ di rabbia, perché dopo il dolore ci sta pure la beffa, andiamo avanti“.

L’indagato, secondo quanto appreso dall’Ansa, sarebbe uno dei due fratelli che, dopo l’omicidio di Thomas Bricca, si sarebbero presentati spontaneamente ai carabinieri per rendere dichiarazioni sull’agguato costato la vita al 19enne ad Alatri. Thomas Bricca, stando a quanto finora ricostruito, potrebbe essere stato colpito per un tragico scambio di persona. Il giovane iscritto nel registro degli indagati avrebbe fornito la sua versione in sede di interrogatorio presso la Procura di Frosinone, ma non sarebbero emersi elementi per una svolta. Si tratterebbe dello stesso ragazzo indicato come soggetto coinvolto nella sparatoria da un amico di Thomas Bricca, Omar, che sostiene di essere il “vero bersaglio” dei killer entrati in azione il 30 gennaio scorso nella piazzetta di Alatri.