Paolo Bricca, il padre di Thomas Bricca, è intervenuto ai microfoni di Ore 14 per chiedere che un acceleramento delle indagini sulla morte del diciannovenne ucciso con un colpo di pistola ad Alatri, in provincia di Frosinone, il 30 gennaio scorso. “Il procuratore capo Antonio Guerriero ci ha rassicurato, ci ha detto che sta seguendo in prima persona il caso e che sta lavorando come se Thomas fosse stato suo figlio. Piano piano risolveranno il problema. Io mi fido, stanno facendo un ottimo lavoro. Speriamo che si accorcino i tempi, ma ci vuole pazienza. Le indagini sono a un punto avanzato”, ha affermato.
Il presunto assassino è il ventiduenne Mattia Toson, iscritto nel registro degli indagati insieme al nonno, quest’ultimo accusato di avere occultato alcune prove nel tentativo di proteggerlo. In particolare, avrebbe manomesso il sistema di video sorveglianza della loro abitazione, avrebbe fatto sparire una pistola scacciacani e gli avrebbe fornito un alibi che tuttavia non ha mai convinto gli inquirenti.
Thomas Bricca: il padre Paolo chiede giustizia
Paolo Bricca, il padre di Thomas Bricca, conosce bene i due uomini indagati per la morte di suo figlio. “Il nonno di Mattia Toson si è avvicinato in macchina durante le perquisizioni per farmi le condoglianze. Io gli dissi anche che ha avuto un figlio disgraziato che nella vita gli ha dato solo problemi. Ci conosciamo tutti fin da bambini. Al padre di Mattia ho venduto io la prima moto, suo figlio ha anche lavorato nella mia officina un po’ di tempo fa. Era già un tipo abbastanza irascibile, molto nervoso e attaccabrighe. Non mi è mai piaciuto il suo comportamento”, ha ricordato.
Proprio in virtù dei rapporti che da tempo intercorrono tra le due parti, l’uomo ha rivolto loro un appello. “Alla famiglia chiedo di pentirsi e di confessare. Quanto ancora vogliono tirarla per le lunghe? I tempi si stanno accorciando, la verità verrà tutta fuori. Ci penserà la giustizia a fargliela pagare. Dal procuratore vorrei delle garanzie sulle tempistiche, per avere finalmente pace. Ho un macigno addosso. Dopo il dolore c’è anche la beffa. La preghiera mi sta servendo molto, c’è tanta gente che mi sta vicino e prega per me”, ha concluso.