C’è una novità nell’inchiesta sull’omicidio di Thomas Bricca, il 18enne ucciso con un colpo di pistola alla testa ad Alatri il 30 gennaio scorso. I primi accertamenti sul cellulare di uno degli indagati per il delitto, il 22enne Mattia Toson, avrebbero portato ad una evidenza: impossibile tracciare i suoi spostamenti di quella sera perché il telefonino sarebbe stato spento. Mancherebbe così un tassello portante nella geometria degli eventi, ma il fatto rilevato dagli inquirenti sarebbe comunque di interesse investigativo. Secondo quanto riporta Ansa, infatti, lo spegnimento del dispositivo smentirebbe la versione dello stesso indagato che, agli inquirenti, avrebbe riferito di averlo tenuto acceso.



I carabinieri del Racis incaricati di esaminare il contenuto dello smartphone di Mattia Toson non sarebbero riusciti a individuare i movimenti che le coordinate Gps, memorizzate nel sistema quando acceso, avrebbero permesso di ricalcare fornendo un prezioso contributo alle indagini. Per l’omicidio di Thomas Bricca risulta indagato anche il padre del 22enne, Roberto Toson. Secondo l’accusa, quest’ultimo e suo figlio sarebbero i due soggetti che, in sella ad uno scooter e con casco integrale a coprire il volto, avrebbero aperto il fuoco nella piazzetta di Alatri in cui Thomas Bricca ha trovato la morte, raggiunto da un proiettile nel verosimile contesto di un agguato non indirizzato a lui. La ricostruzione finora eseguita avrebbe permesso di ipotizzare che Thomas Bricca potrebbe essere stato vittima di un tragico scambio di persona: il vero obiettivo degli spari, stando a quanto emerso, sarebbe stato un amico di nome Omar.



Il telefono di Mattia Toson spento la sera dell’omicidio di Thomas Bricca: la posizione rischia di aggravarsi

Sebbene risulti impossibile ricostruire i movimenti di Mattia Toson la sera in cui Thomas Bricca fu colpito a morte ad Alatri, l’assenza di questo “tracciato” prezioso per l’inchiesta, un tassello mancante per via dello spegnimento del telefonino dell’indagato, apre a un altro importante risvolto: il 22enne avrebbe mentito, riporta Ansa, perché in sede di interrogatori avrebbe sempre sostenuto di aver tenuto il suo smartphone acceso per tutta la notte del 30 gennaio scorso. Una versione che contrasterebbe apertamente con quanto rilevato dai carabinieri, e cioè che quel cellulare fosse in realtà spento e per questo non avrebbe memorizzato i suoi spostamenti.



Per l’omicidio di Thomas Bricca risultano indagati padre e figlio, Roberto e Mattia Toson, sospettati di essere entrambi a bordo dello scooter T-Max nero che quella sera si sarebbe materializzato a velocità sostenuta nella piazzetta di Alatri. I due soggetti in sella erano a volto coperto, indossavano un casco integrale e avrebbero esploso almeno tre colpi di pistola verso il gruppo di ragazzi tra i quali c’era proprio Thomas Bricca. Pochi dubbi sullo scambio di persona: secondo la ricostruzione, la vittima indossava un giubbino bianco simile a quello del giovane ritenuto il vero bersaglio dell’agguato.