Quarto grado, il celebre programma in onda su Rete 4 con la conduzione di Gianluigi Nuzzi è tornato a parlare del caso di Thomas Bricca, morto dopo un colpo di pistola sparato per ragioni ancora da chiarire, da mano ignota. Sulle indagini, infatti, gli inquirenti starebbero cercando di mantenere il più assoluto riserbo, senza far trapelare alcuna informazione concreta su cosa sia successo quella sera di lunedì 30 gennaio.
Thomas Bricca in quel momento si trovava con alcuni amici sulla scalinata di una piazza ad Alatri, luogo di ritrovo per eccellenza per i giovani del luogo. Sarebbero stati esplosi, probabilmente, più colpi, dei quali uno avrebbe attinto alla testa di Thomas. Sulla vicenda alcuni amici del ragazzo, che in un primo momento è finito in terapia intensiva, per essere poi dichiarato cerebralmente morto, avevano indicato alcuni presunti colpevoli, interrogati dagli inquirenti. Si tratta di due fratelli, noti ad Alatri, e che avrebbero ucciso Thomas Bricca per una non meglio specificata ragione, e che attualmente non sarebbero in stato di fermo. Thomas, nel frattempo, il 2 febbraio è stato dichiarato morto, dopo 40 ore di agonia in rianimazione.
Thomas Bricca, la madre: “Non voglio vendetta, solo giustizia”
Durante la diretta di Quarto grado, su rete 4, è stata intervistata la madre di Thomas Bricca, Federica Sabelli, proprio nel luogo in cui il proiettile ha ucciso suo figlio. “Ero a casa quando è successo, avevo mal di testa, probabilmente era un presentimento. Stavo con il piede rotto, ho portato il gesso per 40 giorni perché sono caduta dalle scale a causa del mio cagnolino che sta sempre tra i piedi, ero sul divano e mi è venuto questo forte mal di testa”.
“È arrivato mio fratello”, racconta ancora la madre di Thomas Bricca parlando di quella notte, “mi ha detto ‘Guarda hanno portato Thomas a Roma’, ma non mi ha spiegato cosa fosse successo, avevo capito che fosse qualcosa di grave, ed era così. Era un ragazzo che teneva tanto alle amicizie, mi voleva bene anche se a volte come ogni madre e figlio litigavamo. Non fumava, io fumavo e si arrabbiava con me perché lo facevo, ma parlo di sigarette”, spiega la madre di Thomas Bricca, rispondendo all’indiscrezione per cui i ragazzi si nascondessero a fumare su quelle scale. “Le sue cose private se le teneva un po’ per sé, non so se avesse una ragazza ma probabilmente si, si dava da fare. Il giubbotto chiaro l’aveva preso di seconda mano, non spendeva tanto per i vestivi, se li scambiavano tra amici. Io preferisco lasciare le indagini a chi di dovere, possono avere una mia idea ma non mi sembra il caso di raccontarla, lasciamo ad ognuno il suo compito. Non sono per la vendetta ma per la giustizia, spero che vengano fuori i nomi al più presto e che chi l’ha fatto paghi.