Thomas Christopher Luciani sarebbe stato preso in giro anche dopo essere stato ucciso: il retroscena choc emerge dal provvedimento di fermo nei confronti dei due ragazzi accusati dell’omicidio del 17enne a Pescara. Si sono dati appuntamento per andare al mare, facendo tappa al parco per uccidere a coltellate il ragazzo per un presunto debito di droga, poi si sono recati in spiaggia, dove hanno scherzato e si sono concessi un selfie mettendo in mostra i muscoli. La ricostruzione di quanto accaduto è stata possibile con le testimonianze degli amici e le immagini delle telecamere di sicurezza, ma soprattutto dal racconto del figlio del colonnello dei carabinieri che ha riferito tutto ai genitori quando è tornato a casa. Il gruppo era formato da cinque ragazzi: uno avanti con la vittima, il figlio del carabiniere e il presunto secondo assassino dietro, gli altri più attardati.



Il figlio del colonnello, come riportato da Open, racconta di aver visto Thomas Christopher Luciani a terra sanguinante e di aver visto anche un altro ragazzo accoltellarlo con la stessa arma. «Continuava a lamentarsi emettendo un verso come di morte», ha spiegato il ragazzo, spiegando di non aver avuto la forza di reagire per lo choc. Ma agghiacciante è anche la conclusione della serata, perché il gruppo si è recato al mare e in spiaggia ha avvolto il coltello in un calzino sporco per disfarsi dell’arma. Il ragazzo ha poi confessato tutto al fratello e ne ha parlato con i genitori. Il suo racconto è stato confermato da un altro ragazzo, il quale ha rivelato che «mentre lo accoltellavano lo insultavano». Un terzo ragazzo ha spiegato che il gruppo si è confrontato sull’accaduto in spiaggia, dove i due presunti killer hanno fatto «alcune battute scherzose e irridenti verso la vittima», chiedendo poi di non raccontare a nessuno cos’era successo.



“MACABRA IRONIA SULL’OMICIDIO, NESSUNA EMPATIA EMOTIVA”

Nel provvedimento di fermo per i due minorenni accusati dell’omicidio di Thomas Christopher Luciani a Pescara ci sono anche le foto scattate a mare dopo il delitto, oltre alla ricostruzione precisa della sequenza, riportata dal Corriere della Sera. I due presunti assassini sono entrati nel parco alle ore 16:46, poi sono stati raggiunti da altri ragazzi. Due minuti dopo entrano nella vegetazione con Thomas, quando vi escono non c’è traccia del ragazzo. L’ultimo ad uscire, alle ore 17:21, è uno dei due presunti assassini, un’ora dopo uno dei due viene fotografato allo stabilimento balenare con abiti diversi, poi si fa un bagno, come raccontato dai testimoni. Lì si sarebbero disfatti del coltello, lanciato oltre la scogliera frangiflutti.



Alla luce delle immagini precedenti e della testimonianza di uno del gruppo sul cambio di vestiti di un ragazzo, gli inquirenti hanno cercato la maglietta, trovandola a casa della nonna: questa è considerata una delle prove fondamentali della colpevolezza del ragazzo. Ma nel provvedimento di fermo viene sottolineata «l’assenza di empatia emotiva» che emerge in questa vicenda, oltre che l’«inaudita efferatezza», infatti coloro che sono ritenuti gli assassini di Thomas arrivano a «inveire sul cadavere», poi vanno a mare senza preoccuparsi di chiamare i soccorsi o denunciare quanto accaduto alle autorità, anzi arrivano a parlare dell’accaduto «con macabra ironia» e a disfarsi dell’arma.