Mistero attorno alla morte di Thomas Lee, miliardario e finanziarie statunitense trovato senza vita nelle scorse ore presso il suo ufficio di New York, colpito con un’arma da fuoco. Come si riferisce su Fanpage il corpo sarebbe stato scoperto attorno alle ore 11:00 locali, quando in Italia era pomeriggio: un assistente dello stesso Thomas Lee è entrato nell’ufficio della società ed ha trovato l’imprenditore senza vita. Immediata la chiamata ai soccorsi ma quando sono giunti sul luogo segnalato per lo stesso non vi è stato nulla da fare e si è potuto solo accertarne il decesso.



Secondo alcune indiscrezioni la ferita d’arma da fuoco sarebbe stata autoinflitta, di conseguenza il 78enne si sarebbe suicidato, ma la notizia non è stata ancora ufficialmente confermata e la famiglia, fra cui la moglie e i cinque figli, mantengono il massimo riserbo. Michael Sitrick, amico della vittima, ha spiegato: “Mentre il mondo lo conosceva come uno dei pionieri nel settore del private equity e un uomo d’affari di successo, noi lo conoscevamo come un devoto marito, padre, nonno, fratello, amico e filantropo che anteponeva sempre i bisogni degli altri ai suoi”. Secondo Forbes Thomas Lee vantava un patrimonio superiore ai 2 miliardi di dollari dopo cinquant’anni nel mondo della finanza.



THOMAS LEE MORTO SUICIDA: L’ASCESA DOPO L’AFFARE SNAPPLE

Aveva infatti fondato negli anni ’70 la società omonima in quel di Boston, ed era divenuto noto in particolare nel 1992 in occasione dell’affare Snapple, società di bevande che aveva acquisito per poi rivendere due anni dopo ad un concorrente per più di 30 volte il prezzo d’acquisto di soli 24 mesi prima.

Nel 2006 aveva deciso di dimettersi dalla sua società a causa di alcuni disaccordi con i dirigenti, ma era rimasto comunque nell’ambiente portando avanti la sua opera di filantropia in quel di New York. Si ricordano in particolare le collaborazioni con alcune organizzazioni artistiche come il Lincoln Center for the Performing Arts e il Museum of Modern Art, ma anche i fondi alle università per le borse di studio. “Sono stato fortunato a fare un po’ di soldi. Sono più che felice di restituirne un po’”, raccontava Thomas Lee.