Strage della ThyssenKrupp a Torino, siamo finalmente a una svolta dopo che anche la magistratura italiana aveva scritto la parola ‘fine’ per questa vicenda: secondo quanto fatto sapere da Francesco Saluzzo, procuratore generale del capoluogo piemontese, presto i manager tedeschi della multinazionale tedesca nel settore dell’acciaio dovrebbero finire in carcere dal momento che il tribunale di Essen (Germania) ha riconosciuto una volta per tutte la sentenza di colpevolezza emessa in Italia a carico dei responsabili. Va ricordato infatti che, nel lungo processo che ha chiuso la triste e dolorosa vicenda giudiziaria relativa all’incidente del 6 dicembre 2007 (in cui sette operai persero la vita e uno rimase gravemente ferito in un incendio), quattro anni fa era arrivata la parola definitiva della Cassazione che aveva confermato le condanne in Appello e non accogliendo le richieste di annullare la sentenza del maggio 2015. “Il carcere per loro è inevitabile e imminente” ha spiegato Saluzzo, fugando ogni dubbio sul fatto che Harald Espenhahn e Gerald Priegnitz, i due manager della Thyssen coinvolti, nei prossimi giorni si vedranno notificare l’ordine di esecuzione della pena.



PROCESSO THYSSEN, “CARCERE IMMINENTE PER I 2 MANAGER TEDESCHI”

La notizia sarà accolta con favore dalle famiglie delle vittime che da quasi 12 anni chiedono giustizia ed erano rimaste sorprese di recente quando si era venuto a sapere che i due super-dirigenti del colosso tedesco avrebbero potuto evitare di finire in carcere facendo richiesta preventiva del regime di semi-libertà. La notizia aveva portato l’EuroJust, l’agenzia europea che coordina le diverse magistrature dei Paesi Membri, a tranquillizzare le stesse famiglie ribadendo che per Espenhahn e Priegnitz non v’era alcuna chance di ricorrere ancora in appello dopo che la corte tedesca di Hamm aveva confermato per entrambi la condanna a cinque anni di reclusione. Dunque per entrambi il destino sembra segnato e solo la pandemia da Covid-19 ha ritardato l’esecuzione della condanna per omicidio colposo: per loro la richiesta di una eventuale libertà vigilata ci sarà solo quando avranno scontato almeno metà della pena. Destino diversi per i condannati italiani del processo ThyssenKrupp che sono in carcere e stanno scontando da tempo la loro di condanna, mentre le difficoltà di ‘comunicazione’ tra il sistema giudiziario del Bel Paese e quello omologo tedesco hanno portato alle lungaggini di cui sopra.

Leggi anche

Angela Merkel: “frenai ingresso Ucraina nella Nato”/ “Impegno adesione per Putin fu dichiarazione di guerra”CAOS LIBANO/ "Meglio ritirare Unifil, all'Italia non servono vedove di pace"