“Quanto ti vergogni di tuo figlio disabile? Quanto ti senti in imbarazzo per il suo comportamento? E quanto risentimento provi nei suoi confronti? Indicalo facendo una crocetta su un punteggio che va da zero a quattro”: questi sono i quesiti che compongono il modulo preparato dal Comune di Roma per le famiglie dei disabili gravissimi, al fine di consentire loro di accedere ai fondi destinati ai caregiver.

Un’iniziativa denominata “Caregiver burden inventory”, definita “uno strumento di valutazione del carico assistenziale, in grado di analizzarne l’aspetto multidimensionale”. Come si legge sulle colonne de “La Repubblica”, “il questionario è stato ritenuto dagli uffici comunali di Roma utile a misurare lo stress di chi assiste un disabile gravissimo. Ed è stato suddiviso in cinque sezioni: carico oggettivo, psicologico, fisico, sociale ed emotivo. Ma per molte famiglie non è stato altro che l’ennesimo schiaffo, uno dei tanti, sicuramente troppi, ricevuti da chi gestisce situazioni difficilissime e nelle istituzioni fa fatica a trovare veri alleati”.



“TI VERGOGNI DI TUO FIGLIO DISABILE?”: IL QUESTIONARIO CHOC DEL COMUNE DI ROMA

Il questionario predisposto dal Campidoglio per chi ha un figlio disabile è ritenuto gravissimo anche da Chiara Colosimo, consigliera della Regione Lazio per Fratelli d’Italia, che ha asserito: “Quelle domande, che a nostro avviso sono illegittime e non si capisce a cosa servano, offendono la dignità delle persone che fanno la cosa più bella del mondo, cioè si prendono cura dei propri cari, praticamente sempre supplendo alla mancanza delle istituzioni”.



Ancora “La Repubblica” scrive che il Comune di Roma, resosi conto dello scivolone infelice, starebbe provando a porvi rimedio: “Dalle prime segnalazioni ricevute – ha assicurato l’assessora alle Politiche sociali, Barbara Funari – abbiamo iniziato a valutare come poter recuperare questa situazione così spiacevole. Chi non ha voluto aderire al questionario è stato comunque sinora ugualmente inserito nelle liste per caregiver familiari e abbiamo chiesto alla Regione, ricevendo immediatamente rassicurazione in tal senso, di togliere quel tipo di valutazione dello stress”.

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