Tiberio Timperi torna in tv per un’intervista in cui non nasconde la malinconia che da sempre lo contraddistingue, così come la sua allergia a qualsiasi tipo di salottino. “Io ci campo di malinconia. L’ho incontrata per esempio vedendo queste immagini in studio, che risalgono al 2000, cioè 23 anni fa – ammette ospite di Bella Ma’, trasmissione in onda su Rai 2 – Quando uno è giovane pensa ad arrivare, ma non si rende conto che poi non solo arriva ma passa anche. Si dovrebbe pensare alla vita”.



Tiberio Timperi confessa che “la malinconia ce l’avevo anche da bambino quando guardavo le lucine dell’albero di Natale. Sono nato così”. Non è però la malinconia l’unico motivo che l’ha spinto a riavvicinarsi alla tv, ai social e al mestiere da cui si è tenuto lontano negli ultimi tempi: “abbiamo vissuto in un imbuto durante il covid ed è stato pesante. Da un giorno all’altro via tutto, anche le trasmissioni con il pubblico. Per me è stato un tunnel con il paraocchi, qualcosa di surreale. Evidentemente qualche cosa ho respirato, sono andato in modalità più malinconica del solito, si è ridestata l’attenzione e allora sono ripartito”. E proprio in tema lavoro, Tiberio Timperi si dice profondamente convinto che “bisognerebbe fare una distinzione tra cretini e intelligenti, fare delle ‘quote grigie’ anziché quote rosa o quote azzurre. A me che tu sia uomo o donna non interessa, se sei capace a lavorare devi essere pagato per quello che vali e per i risultati che ottieni”.



Tiberio Timperi “nel nostro lavoro è importante lasciare al momento giusto”

Tiberio Timperi, ospite di Pierluigi Diaco nel salotto di Bella Ma’, ha commentato anche il radicale cambiamento nella sua carriera radiofonica e televisiva, che da giornalista di cronaca l’ha visto diventare conduttore di programmi di intrattenimento. “Non ho mai frequentato i circolini” mette le mani avanti il giornalista, sottolineando il suo disinteresse per l’opinione dei colleghi dell’epoca. Però riconosce che “è stato abbastanza forte e netto lo stacco. Erano altri tempi, in cui in tv nascevi in un modo e morivi in quel modo”.



Tiberio Timperi ricorda infatti che “nasco come conduttore di programmi leggeri alla radio, quarant’anni fa, poi ho iniziato a lavorare a Telemontecarlo dove si faceva tutto perché era una televisione camera e cucina. Si vedeva che avevo una naturale tendenza per la battuta, per lo scherzo”. Poi “un giorno ricevo una telefonata da Emilio Fede, pensavo fosse uno scherzo di un mio collega. Mi chiese di lavorare al TG4”. Dopo tanti anni di esperienza, riconosce che “quello che importa nel nostro lavoro è lasciare al momento giusto. Come accade agli atleti, la fase declinante è spiacevole. A me spaventa essere ossessionato da quella lucetta rossa e io vorrei saper uscire al momento giusto, non un attimo prima e soprattutto neanche un attimo dopo”.