Sarà rivoluzione per il ticket sanitario dal prossimo anno: il costo del ticket necessario per le prestazioni mediche standard verrà erogato in base al reddito familiare equivalente, così almeno prevede la prima bozza del Ddl di riordino della materia super-ticket annunciato dal Ministro della Salute Roberto Speranza. Nella bozza diffusa oggi dall’Ansa, si legge «si intende garantire una maggiore equità nell’accesso dei cittadini all’assistenza sanitaria»: per questo motivo, secondo il Ministro LeU i ticket d’ora in poi dovranno essere fissati in base a criteri specifici e innovativi. Non solo, ci sarà anche una tetto massimo di spesa all’anno secondo quanto stabilito dai lavori del Governo giallorosso inseribili nella prossima Manovra: «Prevedendo l’importo fisso per tutti i cittadini, si creano evidenti disparità di accesso al servizio sanitario nazionale in relazione alle capacità di reddito dei singoli cittadini. L’uguaglianza si realizza nel momento in cui tutti i cittadini hanno le medesime possibilità di accedere alle prestazioni erogate dal sistema sanitario nazionale. È di tutta evidenza che questo non può prescindere dalle relative condizioni economiche e reddituali», si legge ancora nella bozza in mano all’Ansa e prodotta dal Ministero della Salute.
SANITÀ, LA RIVOLUZIONE DEL TICKET
Il Ministro Speranza ha poi fatto sapere di avere intenzione di «collegare alla legge finanziaria un disegno di legge per il riordino della materia ticket, la modalità di compartecipazione alla spesa sanitaria. Lo faremo con un criterio di progressività: oggi non conta se sei miliardario o in difficoltà economica»: il nuovo sistema previsto per il ticket – mentre è in oggetto anche l’abolizione del “superticket”, sempre su promessa del Ministro di LeU – dovrà seguire il principio «chi ha di più deve pagare di più, chi ha di meno deve pagare di meno». Non solo, sempre Speranza annuncia in merito al super-ticket «Si tratta di un balzello di 10 euro che non consente a troppi cittadini di accedere al Ssn. Abbiamo scritto per la prima volta che è sbagliato e che va superato e mi impegnerò perché avvenga nel più breve tempo possibile». In merito ai tempi di introduzione della “rivoluzione” nel mondo Sanità, la bozza del Governo stabilisce alcuni paletti: «al fine di rendere più equo il regime di compartecipazione alla spesa sanitaria per le prestazioni specialistiche e di diagnostica ambulatoriale – si legge ancora nel documento – entro il 31 marzo 2020, sono individuate le nuove quote di compartecipazione per tali prestazioni, in modo da assicurare l’invarianza di gettito totale». Verranno poi destinati anche 2 miliardi al Fondo Sanitario Nazionale, anche qui secondo quanto dovrebbe essere stabilito nella prossima Manovra in accordo col Ddl Sanità.