Aumenta lo sforzo sui tavoli di Bruxelles al fine di rafforzare le normative europee orientate verso la sostenibilità. Così La commissione Europea ha presentato oggi un pacchetto di proposte riguardanti il Green Deal europeo, che ha l’ambizione di rendere quasi tutti i beni fisici maggiormente rispettosi per l’ambiente, circolari e riciclabili. Uno sguardo sia alla fase di progettazione che al fine vita dell’oggetto o del bene, incluso il reparto industriale della produzione tessile, che l’Europa vuole più riutilizzabile è riciclabile.
Tiemmermans e la green revolution per il tessile
A tal proposito si è espresso anche Tiemmermans, vicepresidente esecutivo del Green Deal europeo che, dal suo account Twitter, ha parlato di frenare la “moda veloce” in grado di gettare tra i rifiuti tonnellate di materiale tessile: “ogni secondo“, ricorda Tiemmermans, “viene gettato un container di tessili finisca nei rifiuti“. L’impegno di Tiemmermans sulle politiche della sostenibilità e della green economy sono ormai note e ruotano tutte sul riciclo, green revolution e sul rispetto dei diritti umani e sociali. Stavolta il politic man, retwittando un post riguardante il Green deal della Commissione europea, ha aperto una discussione su un argomento già bollente poichè il tessile, rappresenta uno dei maggiori comparti industriali europei oltre che italiani.
Il settore del lusso e la crisi
Sono stati tanti i marchi della moda e del lusso che hanno detto no alla vendita in Russia dopo lo scoppio del conflitto in Ucraina ed il conseguente crollo del rublo. Un settore coraggioso quello del lusso e della moda, che rinuncia complessivamente già a 62 miliardi di euro ma che potrebbe, rinnovandosi, garantire un recupero vertiginoso attraverso politiche ambientali innovative, che guardino ad una produzione rivoluzionaria. Infatti queste nuove proposte tendono a rendere meno dipendente il comparto dal settore energetico e dalle risorse disponibili, più resiliente agli shock esterni e maggiormente rispettoso della natura.
Tessile e riciclo un risparmio per tutti
Benché dal punto di vista produttivo nazionale ed europeo siamo ancora molto indietro, nel 2021 la progettazione ecocompatibile per i beni prodotti, ha consentito complessivamente un risparmio di 120 miliardi di euro per i consumatori ed una riduzione del consumo energetico del 10% . L’obiettivo è ambizioso: risparmiare 150 miliardi di metri cubi di gas naturale entro il 2030.
Per quanto concerne il reparto tessile, questo in Europa è al quarto posto come impatto sull’ambiente e sui cambiamenti climatici, preceduto soltanto da cibo, edilizia e mobilità. Il comparto tessile è però al quinto posto per l’uso di materie prime e al terzo posto per il consumo di acqua e di suolo. L’obiettivo è quindi di rendere entro il 2030 tutti i prodotti tessili riciclabili: caratterizzati quindi da una lunga vita, privi di sostanze pericolose e realizzati nel rispetto dei diritti sociali e dell’ambiente. Tutto questo dovrà avvenire senza svantaggiare la qualità dei tessuti in modo da garantire anche i consumatori.
Maggiore tracciabilità sulla filiera tessile
Il nuovo intento programmatico comprende anche la creazione di una carta d’identità digitale per tutti i prodotti che saranno adeguati alla norma proposta dall’Unione Europea, così da semplificare tutto il processo di tracciamento, riciclo è approvvigionamento delle risorse. Per accompagnare le aziende in questo percorso di transizione per l’ecosistema tessile, la commissione Europea ha anche foto di un supporto in grado di aiutare le aziende a resistere alla concorrenza globale e agli shock economici futuri, in grado di separare la dipendenza dal reperimento delle materie prime e dei costi energetici.