Una serata amara quella di ieri per alcuni tifosi dell’Inter che si sono recati allo stadio Do Dragao di Oporto. Nonostante i nerazzurri abbiano concluso il match con i lusitani sullo zero a zero, strappando quindi il pass per i quarti di finale di Champions League, diversi supporters non sono riusciti ad accedere allo stadio, nonostante muniti di regolare biglietto. Dalle immagini pubblicate sul web, a cominciare dal filmato che trovate qui sotto, si vede benissimo una massa di tifosi interisti in attesa di capire il da farsi, tra l’altro tutti in pochi metri quadrati con tutto ciò che sarebbe potuto accadere.



Fortunatamente non si è verificato alcun incidente ma in ogni caso si è trattato di una situazione incresciosa che si è risolta solo dopo ore. Ma come mai i tifosi Inter sono stati bloccati fuori dal Dragao? Il tutto, come si legge sul Corriere dello Sport, sarebbe da additare ad un “post scriptum” presente nel contratto di vendita in cui si segnalava l’impossibilità per i tifosi non residente in Portogallo di accedere all’impianto. Un cavillo che comunque si poteva risolvere già nel pomeriggio di ieri ma che alla fine ha creato rabbia, malumore e caos.



TIFOSI INTER ESCLUSI DAL DRAGAO: IL DURO COMMENTO DI BEPPE MAROTTA

Sulla vicenda dei tifosi Inter fuori dallo stadio portoghese è intervenuto dopo il match anche l’amministratore delegato Beppe Marotta, che parlando con i microfoni di Sky Sport ha spiegato: “Un atto imprevisto che ci porterà ad avere un confronto in questi giorni con la Uefa, che non ha responsabilità in questa vicenda, per cercare di ricostruire i fatti”.

E ancora: “Ho visto bambini, nuclei di famiglie che arrivavano dall’Italia: è un fatto spiacevole, in un mondo in cui l’aspetto calcistico deve rappresentare un momento di aggregazione e felicità. E’ una pagina amara. Faremo un esposto per capire cos’è successo: le forze dell’ordine ci avevano rassicurato sull’ingresso dei tifosi. Siamo davanti ad un nucleo di tifosi con famiglie e bambini che non erano qui per perpetrare atti di violenza: non c’erano allarmi per impedire l’ingresso”.