Il social che impazza soprattutto tra i giovani sta attraversando tempi duri. Stiamo parlando di TikTok, in voga in tutto il mondo con video virali oltre forse le aspettative iniziali. Ora arriva l’ultimatum degli Stati Uniti: se la Cina non cederà il proprio ramo aziendale, la piattaforma chiuderà negli Usa.

Stiamo parlando di circa 100 milioni di cittadini statunitensi registrati sul social, che fu lanciato nel 2014 in Cina con il nome Douyin e che potrebbero ritrovarsi a breve senza profilo. Mossa, questa, che va ad aggiungersi ai già noti ‘diktat’ dei giorni scorsi che hanno generato una riduzione corposa degli utenti. Anche infatti il Canada, dallo scorso 28 febbraio, sta bandendo TikTok da tutti i devices mobili del Governo, e il Parlamento europeo si sta allineando verso la stessa linea dura vietando l’uso della app su tutti i telefoni del personale. Il tutto è stato giustificato da un’unica spiegazione: motivi di sicurezza. E sarebbe in particolare la Cina nell’occhio del ciclone, considerata la causa di questi timori in quanto accusata su più fronti di spionaggio.



TikTok: la Cina ci controlla?

Non è una novità tutta la diffidenza che ruota intorno alla Cina. Pare infatti che già quando era Trump alla guida degli Stati Uniti vi fosse il sentore di una minaccia alla sicurezza americana, e non solo. Già all’epoca si era tentato il blocco di TikTok, poi fallito perché ostacolato da un tribunale statunitense. Nel tempo però, evidentemente, i sospetti parrebbero essere divenuti più concreti, con la conseguente necessità di spazzare via la compagine azionaria cinese dal noto social.



L’ingiunzione ai proprietari cinesi di vendere il loro ramo di azienda che opera negli Stati Uniti viene dal «Committee on Foreign Investment in the U.S.» (Cfius), un comitato di agenzie federali che ha il compito di valutare i rischi per la sicurezza nazionale rappresentati dagli investimenti stranieri. Il rischio sospettato risiederebbe nell’opera cinese di immagazzinaggio di dati sensibili degli utenti, coi quali riuscirebbero ad arrivare anche a informazioni segrete governative. Il social, in pratica, rappresenterebbe ormai un rischio troppo elevato per la privacy e la sicurezza mondiale.