TikTok ancora sotto accusa. Dopo il divieto di utilizzo per i dipendenti della Commissione Europea, altri Paesi dell’Unione si aggiungono alla lista di sanzioni contro il popolare social network. Recentemente, infatti, è stato imposto di cancellare la app anche ai funzionari delle pubbliche amministrazioni del Belgio e della Danimarca. La minaccia sarebbe sempre la stessa: TikTok è accusato di non tutelare adeguatamente i dati sensibili e la privacy degli utenti europei.



Nonostante i ripetuti annunci di implementazione dei servizi di archiviazione messi in campo dal colosso cinese, per Europa e Stati Uniti ora la preoccupazione è passata anche su un altro piano. Quello della tutela dei minori ufficialmente, visti i dati statistici che stanno dimostrando come il social dei video brevi sia tra quelli che sono riusciti di più a fidelizzare gli iscritti, specialmente i giovanissimi, che trascorrono in media più di un’ora e mezza al giorno guardando i contenuti proposti. Meno tempo rispetto ad altri due social come Facebook e Instagram, che si attestano sulla media di 50 minuti. Dalle pagine di Le Monde arriva anche un’analisi alternativa della situazione. Sarebbe infatti molto probabile che la guerra a TikTok da parte dell’America sia dovuta in parte a voler spingere di più sui prodotti made in Usa, in questo caso promuovere maggiormente le app del gruppo Meta.



Europa, sempre più paesi vietano l’uso di TikTok ai dipendenti pubblici

Nel contesto delle repliche a catena dei ban nei confronti di TikTok sia in America che in Europa, il gruppo cinese si sta difendendo ampiamente, cercando di mostrare sempre più sensibilità sui temi della privacy degli utenti occidentali. L’ultimo annuncio è arrivato ieri con la dichiarazione di voler investire 1,2 miliardi di euro per assicurare la sorveglianza di terze parti sui dati archiviati localmente. Gli utenti di TikTok in Europa sono arrivati a quota 150 milioni e la società ha ribadito la necessità di collaborare per “costruire fiducia garantendo la sicurezza, la privacy e la protezione della nostra comunità e dei suoi dati“.



Nonostante questo, però, proseguono i divieti. Le istituzioni non si fidano e questo sta provocando una serie di reazioni che stanno diventando quasi un argomento di principale importanza, anche in chiave politica. Le falle di sicurezza continuano ad essere sotto accusa, ma non solo. Dopo la decisione del Belgio, l’ultimo Paese ad imporre la cancellazione dell’app a ministri e funzionari pubblici, sono arrivate le dichiarazioni del primo ministro, che ne ha ribadito la pericolosità dalle pagine del quotidiano Le Soir: “TikTok raccoglie una grande quantità di dati dagli utenti, spesso a loro insaputa, il che comporta il rischio di violare la loro privacy. Inoltre, TikTok può manipolare il flusso di informazioni e contenuti attraverso algoritmi. Infine, la legge cinese impone a TikTok di collaborare con i servizi segreti cinesi“.