Donald Trump ha decisamente cambiato idea in questi ultimi quattro anni nei confronti di TikTok. Se infatti nell’ultimo periodo della sua prima presidenza aveva messo i bastoni fra le ruote all’app di ByteDance, accusandola in qualche modo di spionaggio, di avere dei legami con il governo di Pechino, ora il tycoon newyorkese ha chiesto alla Corte Suprema degli Stati Uniti di rinviare il divieto di TikTok, mentre sta lavorando ad una “risoluzione politica” sulla questione.



Stando a quanto riferiscono gli inglesi della BBC, nella giornata di ieri, l’avvocato di Donald Trump avrebbe depositato presso la corte una memoria legale in cui si afferma appunto che il presidente degli Stati Uniti si “oppone al divieto di TikTok” e “cerca di risolvere i problemi in questione attraverso mezzi politici una volta entrato in carica”.



TIKTOK, DONALD TRUMP RIUSCIRA’ A RISOLVERE LA QUESTIONE?

Il caso sarà “discusso” a inizio dell’anno prossimo, precisamente il prossimo 10 di gennaio, quando la Corte ascolterà le argomentazioni in merito alla legge americana che impone a ByteDance, la società che possiede TikTok, di vendere la stessa applicazione ad una società locale, pena il ban definitivo dal successivo 19 gennaio. Donald Trump entrerà però in carica solo il giorno successivo, il 20 gennaio, di conseguenza il futuro presidente degli Stati Uniti sta cercando di giocare in anticipo.

Oltre oceano l’applicazione cinese vanta ben 170 milioni di utenti, praticamente la metà del totale dei cittadini a stelle e strisce, e alla luce di questa ampia portata e delle accuse mosse da diversi funzionari, il congresso ha approvato lo scorso mese di aprile una legge, poi ufficializzata da Joe Biden, che obbligava appunto ByteDance a disinvestire e a vendere. Ovviamente sia TikTok sia la società madre hanno sempre rimandato al mittente ogni accusa, respingendo quanto sostenuto dal governo a stelle e strisce, e definendo la vicenda come una minaccia alla libertà.



TIKTOK, DONALD TRUMP HA INCONTRATO IL CEO

Peccato però che ogni tentativo di respingere il divieto sia caduto fino ad ora nel vuoto, visto che nessun acquirente si è materializzato fino ad ora, di conseguenza resta solo l’ultimo grado di giudizio americano per stabilire il da farsi. Che qualcosa si stesse muovendo lo si era già capito la scorsa settimana quando Donald Trump aveva incontrato Shou Zi Chew, il CEO di TikTok, ospitato nella famosa tenuta di Mar-a-Lago in Florida.

Evidentemente i due hanno colloquiato per provare a trovare una soluzione pacifica e nella memoria depositata del presidente Trump afferma che il caso si trova a metà fra minaccia della libertà di parola e le preoccupazioni sulla sicurezza nazionale. Nello stesso documento si specifica che Trump non prende alcuna decisione sulla questione, ma chiede di posticipare la scadenza del prossimo gennaio, di modo che il tutto possa essere affrontato in maniera più adeguata dal tycoon, una volta che lo stesso entrerà in carica.