Continua la querelle negli Stati Uniti legata a TikTok, la popolare applicazione di ByteDance che rischia il ban dal territorio americano. Da quando il presidente americano Donald Trump è stato rieletto, lo stesso si è messo al lavoro per trovare una soluzione e in base a quanto scrive l’autorevole Washington Post starebbe valutando un ordine esecutivo che, una volta che sarà nuovamente in carica (ufficialmente dal prossimo 20 gennaio 2025), sospenderà per un periodo compreso fra i 60 e i 90 giorni la legge che vieta il divieto di TikTok sul territorio a stelle e strisce. Al momento, ricordiamo, l’app cinese (che è utilizzata da ben 170 milioni di americani), deve trovare un acquirente americano, pena il ban dagli Stati Uniti, e negli scorsi giorni Bloomberg aveva menzionato la possibilità che il ramo Usa di TikTok venisse acquisito da Elon Musk, notizia poi smentita dagli stessi cinesi.
La deadline scade domenica 19 gennaio 2025 e Donald Trump sta riflettendo su come provare a salvare la situazione annullando quindi la precedente legge del Congresso che è stata approvata l’anno scorso con un sostegno dei Democratici ma anche dei Repubblicani. Ma come mai il tycoon vuole salvare TikTok dopo che, quando era in carica, aveva fatto la guerra alla stessa app? Come precisa il Post, Donald Trump avrebbe numerosi sostenitori su TikTok di conseguenza vorrebbe continuare a dare loro voce, ed inoltre, verrebbe visto di buon occhio, aumentandone la popolarità, se divenisse la persona in grado di salvare appunto la stessa applicazione.
TIKTOK, IL DEBOLE PER L’APP DI TRUMP
Già nel corso della sua campagna elettorale aveva promesso di salvare TikTok, tenendo conto che tra l’altro lui ha un profilo da ben 14 milioni di follower, ed ora vuole mettere in pratica le promesse. “Nel mio cuore c’è un debole per TikTok”, aveva detto Trump il mese scorso. Ma come ci riuscirà? Entro il 19 gennaio l’azienda ByteDance, proprietaria del social, dovrà vendere o eventualmente lasciare gli Stati Uniti, di conseguenza il tempo stringe, tenendo conto che oggi è il 16 gennaio.
Le preoccupazioni derivano dal fatto che dietro TikTok, cosa sempre smentita, vi sarebbe il governo cinese che utilizzerebbe quindi l’applicazione per spiare gli americani e nel contempo trasmettere propaganda di Pechino. Trump avrebbe confidato ad alcune persone vicine che vorrebbe essere visto come “colui che ha trovato l’accordo”, e firmare un ordine esecutivo al suo insediamento verrebbe visto come una mossa show che gli darebbe grande visibilità. Resta da capire però se un ordine esecutivo del presidente abbia valore legale e possa annullare del tutto una legge che il Congresso ha approvato in maniera schiacciante, con sostegno bipartisan.
TIKTOK, IL PENSIERO DI ALAN ROZENSHTEIN
A riguardo Alan Rozenshtein, ex consigliere per la sicurezza nazionale del Dipartimento di Giustizia, ora all’Università del Minnesota, sostiene che: “Gli ordini esecutivi non sono documenti magici. Sono solo comunicati stampa con una carta intestata più bella”, ipotizzando quindi che: “TikTok sarà comunque vietato e sarà comunque illegale per Apple e Google fare affari con loro. Ma renderà l’intenzione del presidente di non far rispettare la legge molto più ufficiale”.
Secondo Rozenshtein, quindi, una mossa di questo tipo metterebbe in cattiva luce Trump, ma il tycoon newtyorkese sembrerebbe pensarla diversamente e i suoi alleati politici hanno sottoscritto un documento presentato alla Corte Suprema in cui si sostiene che il presidente degli Stati Uniti “è l’unico a possedere la perfetta competenza nella stipula di accordi, il mandato elettorale e la volontà politica per negoziare una risoluzione per salvare la piattaforma”. Trump ha utilizzato negli ultimi anni TikTok per celebrare l’app e nel contempo “indebolire” altre aziende tecnologiche come Meta. Inoltre l’ha usata per raggiungere i giovani elettori come aveva mai fatto prima, e nel corso della sua campagna elettorale ha sfruttato il social con video esclusivi curati da un esperto di TikTok.