TikTok, piattaforma social tra le più utilizzate, ha un impatto importante anche sull’inquinamento ambientale, soprattutto in termini di emissioni di CO2. Uno studio condotto dalla società di consulenza Greenly, ha stabilito infatti le quantità medie di gas serra prodotto dagli utenti durante la permanenza sulla App, definendo valori molto importanti, che superano quelli generati da una intera nazione come la Grecia. Questo sarebbe causato in particolare dalla dipendenza che il social crea, specialmente nei ragazzi più giovani che tendono a trascorrere molto tempo guardando video su TikTok, 15 minuti in più rispetto agli altri celebri social che offrono lo stesso tipo di servizio come Instagram e Youtube.
Nella media dei 45 minuti al giorno, sono state calcolate le emissioni prodotte dallo scambio di dati e dalle ricariche dei dispositivi, moltiplicando per un anno si arriva ad un totale di 48,49 kg di Anidride Carbonica, e tutto questo senza neanche considerare l’effetto inquinante delle sedi fisiche e dei sistemi digitali della società, come uffici e server tenendo conto anche eventualmente dello spostamento dei dipendenti.
“TikTok inquina più della Grecia”, l’allarme degli scienziati sull’impatto ambientale dei social media
TikTok inquina più della Grecia, la conclusione fatta dagli scienziati in base ai dati diffusi dall’ultimo studio pubblicato da Greenly, ha messo in evidenza un nuovo fattore che contribuirebbe al riscaldamento globale, ma molto sottovalutato, quello dell’impatto dei social sulle emissioni di CO2. In particolare sarebbero stati calcolati per la popolare app cinese, 48,49 kg all’anno, contro i 40,17 di YouTube e i 32,52 di Instagram. Ad aggravare la situazione inoltre, ci sarebbe anche una mancata trasparenza da parte di TikTok in merito ai gas serra prodotti, perchè come ha sottolineato l’amministratore delegato della compagnia di consulenze, non vengono pubblicati periodicamente i dati statistici relativi a queste informazioni.
Mentre da parte dei gruppi Meta e Google c’è un impegno annuale che viene rispettato. Nonostante le dichiarazioni fatte a livello internazionale per il rispetto dei limiti di emissioni, che hanno più volte confermato l’intenzione di diventare totalmente “Carbon neutral” entro il 2030, sembra che attualmente non ci siano stati abbastanza sforzi per creare centri di elaborazione dati alimentati da sola energia rinnovabile, visto che l’unico presente al mondo si trova attualmente in Norvegia.