ByteDance, proprietaria di TikTok: “Spiati utenti”
ByteDance, azienda proprietaria cinese di TikTok, ha ammesso di aver ottenuto in modo improprio i dati degli utenti tra cui quelli di un giornalista del Financial Times. I dati del reporter sono stati esaminati illecitamente per capire la posizione nell’ambito di un’indagine interna riguardo le fughe di notizie da parte dei dipendenti alla stampa. Il quotidiano ha denunciato il fatto, ritenendo “del tutto inaccettabile” che i giornalisti vengano spiati e che le loro fonti vengano intimidite. “Indagheremo ulteriormente su questa storia prima di prendere una decisione sulla nostra risposta formale”, ha scritto il giornale economico.
L’azienda ByteDance avrebbe scoperto dello spionaggio effettuando un’indagine interna che avrebbe evidenziato che quattro dipendenti, due negli Stati Uniti e due in Cina, hanno ottenuto in maniera impropria i dati di alcuni utenti americani, inclusi due giornalisti. I dipendenti avrebbero avuto accesso agli indirizzi IP e ad altri dati personali tra gli altri della giornalista del Financial Times Cristina Criddle, per capire la sua posizione nell’ambito dell’inchiesta per scoprire la fonte delle fughe di notizie dei dipendenti alla stampa.
Cresce le preoccupazione verso TikTok negli Stati Uniti
La notizia di spionaggio ai danni degli utenti e del giornalista del Financial Times arriva in un momento non semplice per TikTok: la piattaforma si sta trovando a fare i conti con le crescenti preoccupazioni per la sicurezza nazionale da parte dei politici statunitensi. Negli Stati Uniti, infatti, campeggia la paura che i dati degli utenti americani possano essere trasmessi al governo cinese anche se da Pechino lo negano con forza.
La scorsa settimana, il Senato degli Stati Uniti ha votato all’unanimità per l’approvazione di disegno di legge che vieta ai dipendenti federali di utilizzare TikTok sui dispositivi emessi dal governo. Questo proprio per la paura che i dati arrivino in mano al governo cinese. Da mesi il colosso cinese starebbe lavorando ad un accordo di sicurezza con il governo degli Stati Uniti. In seguito a tale accordo, la società memorizzerebbe i dati degli utenti statunitensi negli Stati Uniti, archiviandoli sui server della società americana Oracle.