In un lungo post su Instagram la tiktoker Sofia Crisafulli, 18 anni, ha annunciato di essere incinta. Ha deciso di partecipare ai suoi fan la notizia dopo aver attraversato giorni burrascosi e inqueti: “Ed eccomi qui a rendervi partecipi di un altro meraviglioso capitolo della mia vita. Ormai sono al terzo mese di gravidanza” ha scritto raccontando tutte le emozioni di una scelta difficile e controversa, come sempre sono le scelte “decisive”, quelle che cambiano il corso dell’esistenza propria e degli altri che ne sono coinvolti.
Un senso di leggerezza e di audacia si coglie nelle sue parole, che lasciano trasparire il passaggio dal tumulto delle emozioni alla consapevolezza di una realtà che l’ha interpellata risvegliando la consapevolezza che una nuova vita già pulsava dentro di lei: “dopo la prima ecografia, sentendo il suo cuoricino battere nella mia pancia, ho capito che l’aborto non era proprio una cosa per me” racconta Sofia, che da quel momento ha superato ogni reticenza confidandosi con sua mamma che già sentiva sua alleata. “Vado contro gli ideali o le opinioni di chiunque, decido di dirglielo, sapendo che in lei avrei trovato supporto come sempre, e così è stato” ha confessato.
Nella comunicazione via social l’emotività è solitamente prorompente e prevalente, appare spesso disancorata dal ragionamento pacato, dalla ricerca di una “verità” da riconoscere nell’evidenza dei fatti reali, attraverso un impegno personale che coinvolge sentimenti, riflessioni, conoscenze. Un primo moto di sorpresa nel leggere il post di Sofia Crisafulli è suscitato dall’approccio comunicativo oltre ogni istintiva reattività, innestato nel suo desiderio di ricerca, di verità, di armonia fra sé e ciò che le era accaduto e che ha richiesto un tempo di silenzio, un dialogo intimo con se stessa nel tentativo di dipanare il groviglio di emozioni da non affidare alla corrente di un pensiero già consolidato e omologato.
“Non sono stati mesi semplici per me, c’è chi se n’è andato e chi invece è rimasto, chi ha deciso di appoggiarmi e chi no, ho vissuto momenti pieni di ansie, paure, dubbi e incertezze che non potevo sfogare con voi ancora per un po’, ma l’attesa è finalmente finita, non vi nego che ho aspettato questo giorno più di qualsiasi altro…” ha scritto nel post, lasciando intendere che la condivisione di un’avventura umana si arricchisce solo nell’esercizio di una libertà autentica. Non sono mancati messaggi di critica da parte dei suoi fan: “Devi abortire”, “rimarrai da sola”, “non puoi prenderti questa responsabilità”.
Reazioni che non si sono misurate con la solidità e la bellezza di un vissuto, non hanno ingaggiato un confronto con la decisione ricca di ragioni trasmesse da Sofia con un linguaggio che pulsa di vita, di lealtà con la propria umanità sollecitata da un evento imprevisto, problematico, drammatico, ma anche carico di una sorprendente verità.
Sofia non ha ancora guardato negli occhi suo figlio, ma è come se lo avesse fatto, proiettando il suo sguardo oltre la cortina nebulosa di concetti astratti e distanti dalla propria circostanza reale e stringente, palpitante di attese da non soffocare: da tanti segni ha colto di essere implicata in un evento grandioso, legata in un’alleanza vitale con la creatura che già aveva cominciato a esistere in lei.
Non utilizza la parola “verità” Sofia che, del resto, non sottolinea valori o principi etici che spesso producono solo un riflesso condizionato, inconsistente e acritico, teso a mettere in circolo la solita crociata per ribadire l’intangibilità del “diritto di abortire”, ribadito a Sofia come un dovere, una scelta quasi obbligata. L’influencer diciottenne mette in luce con lealtà disarmante e insolita efficacia l’evento straordinario e irrinunciabile, oggi impoverito e banalizzato, dell’essere madre.
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