TIMMERMANS (COMMISSIONE UE): “PPE VOI GREEN DEAL, NON CEDA AI SOVRANISTI”
Una cosa è certa: alle prossime Elezioni Europee 2024 il tema dell’ambiente non sarà solo “uno” dei tanti ma rischia seriamente di divenire l’elemento di “frattura” tra i vari partiti che concorrono alla guida dell’Unione Europea per i prossimi 5 anni. Lo si capisce bene dalla battaglia di queste settimane in Ue per la legge sul “ripristino degli habitat naturali”, perno del progetto Von der Leyen-Timmermans ovvero il “Green Deal Ue” sulla transizione ecologica. Lo spiega nella lunga intervista a “La Repubblica” proprio il vicepresidente socialista della Commissione Europea, Frans Timmermans, alla vigilia del voto che potrebbe definitivamente far saltare la “maggioranza Ursula” sulle politiche green ad un anno dal voto europeo.
«Da quando la destra italiana è al governo, il Ppe ha smesso di trattare»: così il commissario Ue preposto alla transizione ecologica lancia il suo personale attacco politico al Centrodestra europeo, in particolare ai Popolari di Weber che ormai da settimane hanno smesso di sostenere le politiche “oltranziste” di Timmermans su case-auto green, legge natura e quant’altro. Se dovesse mancare la maggioranza anche al Parlamento Europeo «verrebbe meno uno dei cardini del Green Deal, perderemmo almeno un anno perché dopo il voto non ci sarà più tempo per riprendere il discorso». Tradotto in termini politici, per Timmermans sarebbe un disastro mancare l’accordo ora: disastro politico e ambientale in quanto, nella sua logica, votare contro il Green Deal è come votare «contro l’ambiente».
LA “CROCIATA” DI TIMMERMANS PER L’AMBIENTE (E CONTRO IL CENTRODESTRA)
La colpa di tutto, secondo Timmermans, è dei Popolari: «abbiamo sempre saputo che la destra più radicale era contro, ma dal 2020 il Ppe ci ha sempre detto che loro erano essenzialmente d’accordo. Anzi ci hanno ringraziato per la nostra proposta sulla “natura”. Non so se per motivi elettorali, ma a un certo punto c’è stato un cambiamento netto perché rifiutano totalmente il confronto». Non solo, il socialista accusato da diversi esponenti europei in queste settimane di aver “ricattato” politicamente il Parlamento per far approvare la legge sulla natura, torna alla carica contro il Centrodestra europeo: «Quello che mi dà pena e che trovo molto difficile da capire è la linea del centrodestra, che non capisce che la crisi climatica e della biodiversità è più importante delle differenze politiche». Vanno trovati dei compromessi, ammette Timmermans, anche se poi cala l’ulteriore attacco: «Negli ultimi tre anni lo abbiamo fatto e a un certo punto tutto è saltato, forse per quel che è accaduto nelle elezioni in Finlandia e soprattutto in Italia, dove il centrodestra adesso vede un’alleanza soprattutto con la destra più radicale. Il Ppe pensa che per il futuro europeo si deve alleare con la destra più radicale».
Secondo Timmermans l’avversario politico – la destra – è ben peggio che contraria alle sue idee, ma è addirittura «non in grado di costruire l’Europa. Anzi vuole fermarne la costruzione». Secondo il vicepresidente di Von der Leyen, se non passasse il voto di mercoledì «vuol dire che non ci sarà una condizione migliore della nostra natura», anche perché «il nazionalismo non può risolvere i problemi del cambiamento climatico o della siccità».