Tina Turner ha amato perdutamente il suo Ike, fino a che questi non si è rivelato quello che era in realtà, un violento che la riempiva di botte e che la sottometteva. Un racconto choc quello che si evince dal documentario “TINA docu” di Dan Lindsay e T.J. Martin, trasmesso per la prima volta alla 71esima edizione della Berlinale. Ike Turner, che assieme alla mitica Tina fondò il gruppo celebre negli anni ’60 e ’70 Ike & Tina Turner (poi scioltosi nel 1976), trattò la cantante americana come se fosse un oggetto di sua proprietà: “Lividi, il naso gonfio, l’occhio nero – racconta l’artista nel documentario – il labbro rotto erano i segni della sua proprietà. Un modo per dire: è mia e faccio quello che voglio”.
Oltre a violenze fisiche, anche il tradimento con più donne allo stesso tempo, giusto per umiliare ulteriormente la Tina nei diciassette anni di “amore” vissuti dalla coppia. “Ho vissuto una vita piena di vergogna e ho cercato un modo di convivere con questa vergogna”, racconta ancora Tina Turner in un’intervista rilasciata nel 2019, considerata come scrive l’Huffington Post la struttura portante dello stesso documentario, con l’aggiunta di testimonianze di figli, amici, giornalisti, e musicisti.
TINA TURNER E L’EX IKE: “DOVETTI FUGGIRE FRA LE AUTO”
Tanti gli episodi choc raccontati, come un brutale pestaggio che Tina Turner subì da Ike in macchina, e che costrinse la stessa immensa cantante a scappare pur di salvarsi: “Dovetti fuggire tra auto che mi sfrecciavano a fianco”. Un amore malato di cui però la cantante Usa non riusciva propria a farne a meno, e solo nel 1976, dopo tanti anni di soprusi, umiliazioni e violenze, e soprattutto, dopo aver tentato di farla finita attraverso cinquanta pasticche di sonnifero: un tragico gesto che fortunatamente non andò a buon fine. Nel documentario non ci si concentra solamente sulla parte tragica della vita dell’artista, con una conclusione da classico “happy ending”, anche se la macchia di quell’amore violento rimarrà per sempre indelebile nella vita della Turner.