Tinto Brass, il maestro del cinema erotico, si è raccontato in una lunga intervista rilasciata a Il Fatto Quotidiano in cui ha parlato a ruota libera di cinema e di alcune attrici con cui ha lavorato. Il regista che lo scorso agosto ha avuto un piccolo problema di salute, oggi sta molto meglio ma sul cinema odierna rivela: “mi annoia, lo trovo talmente brutto e scontato”. Nominato “l’Uomo dell’anno 2019′ in Russia” dove è molto famoso, Brass ha raccontato a cosa deve la sua fama nella terra di Putin: “grazie a Caligola: un appassionato trovò una copia del film, e lo proiettava di nascosto, fino a quando le autorità sovietiche lo scoprirono, subito lo arrestarono per poi spedirlo in Siberia. Tutta la storia l’ abbiamo scoperta grazie al figlio, che qualche anno fa è venuto apposta in Italia per conoscermi e intervistarmi; comunque Caligola è una delle mie pellicole più famose, e una società della Repubblica Ceca ha da poco comprato la Penthouse, e negli archivi ha scoperto del materiale inedito di quel set”.



Tinto Brass: Stefania Sandrelli e il film “La chiave”

Durante la sua straordinaria carriera, Tinto Brass ha lavorato con alcune delle più grandi attrici del cinema italiano tra cui anche Stefania Sandrelli che ha diretto nel film “La chiave”. Parlando proprio della Sandrelli ha smentito le indiscrezioni che girano circa l’ingaggio dell’attrice consigliatagli ai tempi da Bertolucci: “è un’altra stupidaggine: Stefania era una delle attrici di un’ importante agenzia e in quel momento nessuno la ingaggiava, per questo viaggiava su cachet bassissimi. Appena l’ho vista i dubbi sono svaniti: “Voglio lei”. E infatti il film è andato liscio, il peggio è arrivato dopo Dopo “La chiave”? Grazie al successo ottenuto, poi l’hanno cercata in molti, e appena ho provato a riprenderla ha sparato un ingaggio folle e sono stato costretto a rinunciare”. Brass ha poi parlato di Pasolini: “era lui a cercare un contatto con me: in un’edizione del Festival di Berlino eravamo entrambi presenti, e la notte mi chiedeva di portarlo in giro per conoscere i locali migliori. A un certo punto, quando le nostre esigenze divergevano, lo mollavo”, mentre su Alberto Sordi ha detto: “all’ inizio non mi interessava, non mi incuriosiva, poi con il passare del giorni abbiamo lavorato insieme alla sceneggiatura, e ho scoperto un professionista formidabile”.



Tinto Brass: da Monica Vitti a Anna Galiena

Oltre a Stefania Sandrelli diretta ne “La Chiave”, Tinto Brass ha lavorato con altri star del cinema italiano tra cui Monica Vitti su cui ha detto: “attrice straordinaria: con lei ci siamo inerpicati in una lunga serie di esperimenti cinematografici, e non si spaventava mai, non mollava, restava preda di curiosità e allegria”. Non solo, il regista ha rivelato: “disposta a spogliarsi anche più di quello che alla fine le ho chiesto, pure oltre la Mangano”. Non ha un buon ricordo, invece, di Anna Galiena con cui ha lavorato nel film “Senso ’45”: “con lei siamo caduti in una serie assurda di difficoltà, era una perenne trattativa, una continua insoddisfazione, poi si inventava dei malesseri, rimandava le scene considerate troppo spinte, e si lagnava perché nelle parti intime non aveva peli”. Tra le altre anche Alba Parietti: “siamo finiti a parolacce: con lei parlavo, parlavo, ma era inutile, aveva delle riserve, ogni tanto cercava la scappatoia cinematografica, e mi diceva: “In questa scena non c’ è bisogno di andare a fondo, si capisce”. E io replicavo: “Si deve intuire e vedere”. Ha qualcosa da dire anche su Debora Caprioglio: “con gli anni si è un po’ ravveduta, mentre dopo Paprika ha cercato di distanziarsi da me e dal film”. Infine un ricordo per chi gli è stato davvero amico nel mondo del cinema: “Antonioni e Fellini; Federico mi diceva sempre: “Tintaccio, le tue ossessioni sono le tue benedizioni”

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