Tinto Brass: il matrimonio con Caterina Varzi
Tinto Brass si racconta in una lunga intervista pubblicata sul numero del Corriere della Sera del 29 giugno ripercorrendo la sua carriera, ma anche la vita privata. Il racconto comincia dal 2010, anno in cui il regista voleva togliersi la vita dopo essere stato colpito da emorragia cerebrale a Marostica. Era ricoverato presso l’ospedale di Vicenza e voleva di sotto «dal terzo o quarto piano, avrei preceduto di sette mesi Mario Monicelli». A salvarlo fu Caterina Varzi, la donna che nel 2017 è poi diventata sua moglie. «Ma non ho mai consumato il matrimonio», fa sapere.
«La conobbi nel 2007. Mi rapì lo sguardo malinconico, sembrava Silvana Mangano. Sono guarito con i suoi spogliarelli alla Kim Basinger, toccavo il suo corpo nudo», racconta il regista a Stefano Lorenzetto. «Non sapevo di aver girato “La chiave”, non riconoscevo Stefania Sandrelli, Serena Grandi, Anna Ammirati e Vanessa Redgrave, così eccitabile che nelle scene di sesso con Franco Nero in La vacanza le si gonfiavano le labbra», ha aggiunto.
Tinto Brass e il retroscena su Gianni Agnelli
Nel corso dell’intervista Tinto Brass svela anche alcuni retroscena della sua lunga carriera. Sono tanti gli artisti che hanno lavorato con Brass il quale, in un momento, pensò anche di offrire un ruolo a Gianni Agnelli: «Sembrava molto dotato, a giudicare dalle foto rubate mentre si tuffava dal suo yacht. L’avrei voluto per L’uomo che guarda , tratto da Alberto Moravia. La segretaria era molto divertita: “L’Avvocato la ringrazia, ma è troppo impegnato”. Cercai di scritturare pure Monica Lewinsky, per difenderla dalle maîtresse à penser che la coprivano d’insulti solo perché avrebbero voluto essere al suo posto nella Sala Orale della Casa Bianca».
Infine, Brass ha bocciato la presenza di contenuti per adulti sul web dove la donna diventa «un oggetto, anziché un soggetto. Ha perso il mistero. S’è conformata ai modelli pecorecci dei social».