I TRE PRETI MORTI SUL TITANIC PER SALVARE L’ANIMA DEI PASSEGGERI BLOCCATI
«Nearer, My God, To Thee», «Più vicino a te, mio Dio»: questo inno cristiano venne suonato dall’orchestra come ultima canzone a bordo del Titanic mentre la nave più famosa della storia stava collassando su se stessa dopo il tragico schianto contro l’iceberg nel pieno dell’Oceano Atlantico, la notte del 14 aprile 1912. Eppure la vicinanza di Dio si fece prossima i quegli attimi inimmaginabili grazie alla presenza di almeno tre sacerdoti che diedero la loro vita e i loro ultimi attimi sulla terra aiutando e benedicendo le anime dei passeggeri terrorizzati dal gelo dell’Oceano sottostante.
Sono passati 112 anni da quella tragedia dove morirono 1518 passeggeri dei 2223 imbarcati oltre a tutti i macchinisti e membri dell’equipaggio, compreso il capitano Edward John Smith (che prima dell’affondamento lasciò liberi i suoi uomini con il celebre “Si salvi chi può”: dopo lo scontro con l’iceberg, nel fuggi fuggi generale incontrollato, con l’assalto alle (poche) scialuppe di salvataggio della nave “inaffondabile”, quesire tre particolari figure si stagliarono per sempre nella storia del Titanic. Si tratta dell’inglese Padre Thomas Byles (42 anni), il tedesco Padre Josef Benedikt Peruschitz (41) e il lituano Padre Juozas Montvila (27), tutti e tre morti sul Titanic e senza che i corpi furono mai ritrovati: alcuni testimoni negli anni sono riusciti a raccontare la loro storia in quelle ore tremendamente a bordo, rendendo grazie all’opera di salvataggio delle anime fondamentale per chi rimase intrappolato e condannato alla morte atroce tra risucchio dell’affondamento, annegamento o ipotermia.
LA TRAGEDIA E LA FEDE: STORIE DAL TITANIC, “RIFIUTARONO LE SCIALUPPE”
«Quando l’agitazione divenne spavento, tutti i cattolici a bordo desideravano l’assistenza dei sacerdoti con il più grande fervore. Entrambi i sacerdoti hanno incoraggiato i ‘condannati a morte’ a recitare atti di contrizione e a prepararsi per incontrare il volto di Dio», così racconta a “Church Pop” un testimone diretto sopravvissuto al Titanic raccontando di quanto i due preti Padre Josef Benedikt Peruschitz e Padre Juozas Montvila si sono adoperati per la salvezza dell’anima degli altri passeggeri. I sacerdoti hanno poi guidato il Rosario ma non tutti furono ben disposti verso di loro: «Il suono della recita irritava alcuni passeggeri, altri ridicolizzavano coloro che pregavano e iniziavano una danza ad anello intorno a loro».
Eppure i due sacerdoti impassibili continuarono ad imparare assoluzioni e chiunque stava per morire di fianco a loro: «Alcune donne si rifiutarono di essere separate dai loro mariti, preferendo morire con loro. Infine, quando non erano rimaste più donne, alcuni uomini sono stati ammessi nelle barche. A padre Peruschitz fu offerto un posto, ma lui ha rifiutato», conclude il testimone citato nel focus di “Church Pop” risalente ormai al 2021 ma che torna di stretta attualità dopo l’anniversario appena celebrato a 112 dalla tragedia navale più importante della storia.
Per Miss Helen Mary Mocklare, passeggera di terza classe e sopravvissuta all’affondamento del Titanic, un terzo prete – l’inglese Padre Byles – fu fondamentale per aiutare i tanti disperati di quelle ore: «Quando c’è stato lo schianto siamo stati sbalzati fuori dalle nostre cuccette… Leggermente vestiti, ci siamo preparati a scoprire cosa fosse successo. Scendendo dal passaggio, abbiamo visto davanti a noi, con la mano alzata, Padre Byles. Lo conoscevamo perché ci aveva visitato più volte a bordo e aveva celebrato la Messa per noi quella mattina stessa». A tutti attorno a lui diceva “Sii calmo, mio buon popolo” e impartiva assoluzioni e benedizioni senza sosta. Un autocontrollo “d’altro mondo”, racconta la testimone ricordando quel prete calmo e buono con tutti per alleviare le anime tormentate dall’imminente morte: «I passeggeri sono rimasti subito colpiti dall’assoluto autocontrollo del sacerdote. Ha iniziato la recita del Rosario. Le preghiere di tutti, indipendentemente dal credo, si mescolavano e tutte le risposte, ‘Santa Maria’, erano davvero forti». Papa Pio X descrisse a quel tempo Padre Byles come un “martire” per la fede e così viene ricordato dai cristiani inglesi da quel tragico 1912: nel 2015 il Vaticano ha annunciato l’inizio della causa di beatificazione. Venne offerto più volte a quegli uomini di Chiesa di salire sulle scialuppe di salvataggio dopo che bambini e donne furono fatti tutti salire: loro però rifiutarono per rimanere accanto ai passeggeri condannati a morire sul Titanic, salvando la loro anima e offrendo a Dio quel sacrificio. Non eroi ma “semplici” martiri.