Tito Stagno racconta a Ulisse: il piacere della scoperta la telecronaca dell’allunaggio. Fu lui uno dei protagonisti del 20 luglio 1969, volto storico della Rai e – in fondo – della televisione mondiale. “C’erano giornalisti in collegamento con tutte le capitali europee. 150 inviati. Tra il pubblico, Soldati si vede più volte col sigaro in bocca”. Per l’Italia c’era Ruggero Orlando, che in America aveva la sua base. Fu quella la prima volta in cui la tv si aprì al pubblico, permettendo le telefonate al numero 3131. “Per questa diretta lavorarono forse più di 200 persone. Io non ero emozionato, fatta eccezione per quei momenti in cui le immagini saltarono e dovetti fare tutto ‘al buio’. Mi dissi: è l’immagine che colpisce la gente, ma l’immagine non c’è, però io gliela devo dare”. Così ricominciò a parlare, un po’ più cauto di prima: “Il modulo lunare sta scendendo molto adagio…”. Fino a che non annunciò: “Ha toccato!”. (agg. di Rossella Pastore)



Chi è Tito Stagno

Tito Stagno ricorda lo sbarco dell’uomo sulla luna a 50 anni dall’evento che ha unito il mondo intero. Il celebre cronista Rai, che proprio in quell’occasione ha avuto la possibilità di traghettare gli italiani alla scoperta delle fasi salienti dell’allunaggio, rivela retroscena e dettagli poco noti al pubblico televisivo, rimasti sconosciuti per mezzo secolo. Stagno, oggi 89 enne, ricorda una giornata di caldo asfissiante, così torrido da costringere i conduttori a togliere la giacca. Su richiesta dell’allora direttore Villy De Luca, il gruppo invitato a ricomporsi, ma il clima era tale che Andrea Barbato, coordinatore dell’edizione speciale, “si rimise la giacca e si calò i pantaloni. E tutti – ricorda il noto conduttore – fino al ginocchio, abbassammo i pantaloni. Tanto c’erano le scrivanie, coprivano tutto…”. Per tenersi sveglio, inoltre, Tito Stagno fece incetta di compresse di vitamina C, anche se in quell’occasione la Rai, “di solito sparagnina […] offrì un buffet incredibile”.



Tito Stagno: “Sparirono le immagini. Tutto nero”

Per seguire l’allunaggio, Tito Stagno rimase sveglio per 28 ore e 20 minuti consecutivi. “Ho un fisico che obbedisce. Obbediva, almeno – spiega il noto telecronista – Per preparare tutto arrivai molto presto. Anche per fiondarci dentro l’aria condizionata della Rai”. Tuttavia, in quell’occasione la Rai non si concentrò soltanto sullo sbarco dell’uomo sulla luna: “Nell’attesa – spiega il noto giornalista – mandavamo in onda telefilm di fantascienza e altri inserti. C’era pure una sfilata di moda. Una modella si chiamava Luna. Era nera. E un sacco di ospiti”. E, nelle fasi di diretta, non sono mancati i problemi tecnici, così come Tito Stagno rivela al Corriere: “Sparirono le immagini. Tutto nero”, si legge in un’intervista realizzata da Gian Antonio Stella. “Mario Conti, il regista, bravissimo, capì che l’unica cosa che poteva far “vedere” era la mia emozione – spiega il conduttore – “Che faccio”, mi chiedevo? Avevo assistito a Houston alla simulazione di alcune manovre. Pensai: facciamogliele immaginare, alla gente, quello che non può vedere… E allora descrivevo”.



Tito Stagno: la polemica in diretta tv con Ruggero Orlando

Nella diretta realizzata esattamente 50 anni fa non è mancata una piccola polemica. Tito Stagno, certo di aver captato dalle parole degli astronauti qualcosa come “We… We got land”, esordì con un annuncio clamoroso: “Ha toccato!”; parole smentite invece da Ruggero Orlando, secondo il quale il veicolo terrestre non aveva ancora toccato la superficie lunare. “La cosa buffa – ricorda Tito Stagno – è che nella “ciacolada” fra me e Ruggero a un certo punto ci siamo persi Armstrong che diceva: “Eagle has landed! Aquila è atterrata”. Che casotto, ragazzi! Il mondo intero, in quel momento, uscì alla finestra a vedere il cielo”. Fu una lunga diretta vissuta con trepidazione ed entusiasmo, che portò il mondo intero “da Singapore a Cagliari”, a sollevare gli occhi per guardare il cielo. “Lo spirito di “Apollo” dall’America – spiega Stagno – aveva diffuso voglia di creare, di fare… Uno spirito di solidarietà, di pensare all’altro, preoccuparsi dell’altro”.