L’emissione di Titoli di Stato nel 2024 ha già segnato, in appena 14 giorni, un vero e proprio record, raggiungendo l’impressionante cifra di 82 miliardi di euro. Fondi, questi, centrali per i governi di tutta Europa per finanziare le rispettive casse che, grazie a questa emissione record, sono già complessivamente piene al 6,5%. Gli analisti di Unicredit Research, citati dal Sole 24 Ore, hanno anche sottolineato che 53 degli 82 miliardi di Titoli di Stato, sono stati emessi nella settimana che si è appena conclusa, toccando un risultato storico.



Gli 82 miliardi complessivamente emessi, infatti, sono troppo dissimili da quelli del 2021, ma va anche sottolineato che in quel momento, a differenza dell’attualità, era caratterizzato da condizioni di mercato estremamente differenti con tassi allo zero (o negativi) e politiche fiscali espansive. Al primo posto per l’emissione di Titoli di Stato, certifica ancora Unicredit Research, c’è la Spagna che degli 82 miliardi complessivi, ne ha emessi 21,9. Segue, poi, l’Italia, con 19 miliardi ed, ancora, la Francia con i suoi 12 miliardi. Negative, invece, le emissioni della Germania che rispetto agli 11 miliardi dello scorso anno è passata a 9,5 miliardi, mentre anche l’Austria dai 6 miliardi del 2023 è passata ad appena 2.



Titoli di Stato: l’incognita della BCE

Insomma, soffermandosi al solo capitolo dell’emissione di Titoli di Stato sembra l’Eurozona abbia iniziato questo 2024 con il piede giusto, pronta ad affrontare un anno che si configura già nelle sue battute iniziali come piuttosto complesso. La domanda, secondo gli analisti di BofA Securities, nuovamente citati dal Sole 24 Ore, è stata “particolarmente sana”, soprattutto considerando anche “il restringimento degli spread e l’appiattimento delle curve a lungo termine durante la settimana”.

Tuttavia, per quanto l’ammontare di richieste di Titoli di Stato sia stato decisamente positivo in queste prime due settimane dell’anno, rimane un’importante incognita: la BCE. Difficilmente, infatti, la Banca centrale sosterrà anche quest’anno lo stesso volume di richieste di Titoli dello scorso anno, quando si fece promotrice delle politiche espansive degli stati europei. In tal senso, infatti, secondo gli analisti verrà a mancare nei prossimi mesi (ed dovrà essere inevitabilmente sostituita dagli investitori privati) una domanda di oltre 250 miliardi di Titoli di Stato, che non verranno reinvestiti dalla BCE, impegnata ora in una lunga revisione del suo bilancio.