Il contenuto degli articoli di Repubblica in prima pagina oggi parla delle interviste a Graziano Delrio e Nicola Zingaretti circa il voler cancellare i decreti sicurezza di Salvini, ma è il titolo questa volta a colpire: «Cancellare Salvini». Netto, duro e ai limiti della correttezza giornalistica: il traslato è il voler cancellare i decreti sicurezza sull’immigrazione dell’ex Ministro leghista, intento mosso dal Pd durante il “conclave” nell’abbazia rietina di questi ultimi due giorni di pre-Congresso. La “semplificazione” titolistica non è però piaciuta affatto al Centrodestra, alla Lega e ovviamente al diretto interessato Matteo Salvini che in piena campagna elettorale ha avuto questa mattina “gioco facile” puntare il dito contro la propaganda degli avversari: «Prima pagina di Repubblica: “Cancellare Salvini”. Questa è istigazione a delinquere. Poi parlano di odio e di violenza… Gli unici che istigano all’odio e alla violenza sono loro», ha sentenziato Salvini definendo «schifo» l’operazione messa in prima pagina dal quotidiano mai troppo “tenero” con il Centrodestra.
REPUBBLICA, IL PD E GLI ATTACCHI A SALVINI
«La prima pagina di oggi de ‘La Repubblica’ è la testimonianza diretta che la cultura dell’odio sta inequivocabilmente a sinistra, che, come da suo DNA, non tollera quanti non si riconoscono nelle sue posizioni; è una minaccia ignobile che travalica il dibattito politico e la divergenza di opinioni. Pensare di poter ‘cancellare’ chi la pensa diversamente, rimanda alla mente scenari inquietanti e inaccettabili», attaccano i due capigruppo della Lega Molteni e Molinari, trovando subito la contro-replica della Direzione di Repubblica in una nota «il senatore Salvini prende lucciole per lanterne: Repubblica ha riportato e sintetizzato in un titolo di prima pagina il senso di un’intervista al capogruppo del Pd alla Camera Graziano Delrio sul tema delle politiche migratorie da cambiare, a partire dai decreti sicurezza – poi diventati legge – già criticati dal Quirinale. Trasformare la sintesi di un’intervista in un attacco personale è indebito e anche un po’ indecente». Lo scontro è alle stelle e parte tra l’altro tutto da un “rebus” interno al Pd contenuto negli stessi articoli di Repubblica: davanti alla proposta della Ministra Lamorgese di modificare l’impianto dei decreti sicurezza, Graziano Delrio punta ad una quasi completa cancellazione dei decreti come primo cambio di passo dopo la verifica di Governo «Dopo la legge di bilancio è arrivato il momento di intervenire sui decreti Salvini. Partendo dalle cose che sicuramente condividiamo e che abbiamo già scritto: accogliere i rilievi fatti dal presidente della Repubblica e scrivere una nuova legge sull’immigrazione che superi l’emergenza e affronti il problema dal punto di vista strutturale. Con decreti flussi, persone che arrivano con nome e cognome, viaggi regolati dalle ambasciate e non affidati a scafisti senza scrupoli», spiega il capogruppo Pd a Repubblica. Il rebus però riguarda quanto spiegato dallo stesso Segretario Pd Zingaretti a conclusione della convention dem nel Lazio: nel confermare il patto con i 5Stelle, di fatto Zingaretti “ammette” che per motivi di compromesso quei decreti, al momento, non andranno toccati «io mi rifiuto di chiamarli “decreti sicurezza”, è solo propaganda. Ma è evidente che siamo figli di un compromesso che tutti abbiamo accettato il giorno del giuramento del Governo. Ora dobbiamo capire dentro questa situazione come arrivare all’obiettivo più alto e ambizioso possibile».
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