Teresa Giglio, la madre di Tiziana Cantone, la ragazza vittima di revenge porn trovata morta nella sua abitazione e il cui caso ha suscitato clamore mediatico a livello nazionale, è tornata a parlare del decesso della figlia. L’ha fatto attraverso le colonne de “Il Mattino”, dicendo: “Non permetterò che la storia di mia figlia venga insabbiata. Ormai vivo solo per questo”. Tanto che la riapertura delle indagini “è una magra consolazione, ma per me è una boccata d’ossigeno. Tiziana è esistita e non permetterò che il mio grido di dolore cada nel vuoto così come è successo per quello di mia figlia”.
“Dal momento in cui fu diffuso il video su internet – ha proseguito la mamma di Tiziana Cantone –, mia figlia ha subìto un accanimento feroce, unico al mondo. Ma ad oggi non c’è il nome di un solo colpevole. Non si sa chi ha diffuso e chi continua a diffondere quel video. Né tantomeno si conosce la reale causa della morte di mia figlia”. Tutti interrogativi ai quali la donna si augura possa essere data finalmente una risposta, in quanto l’elenco dei quesiti irrisolti è davvero lungo…
TIZIANA CANTONE, LA MAMMA: “NON HO MAI CREDUTO AL SUICIDIO”
Ad esempio, si chiede la signora Giglio, perché all’epoca non hanno preso i reperti? Perché non è venuto il pm sul posto? Perché non hanno fatto l’esame autoptico? Esso “era fondamentale per capire se l’asfissia era dovuta all’impiccagione o a strangolamento. Hanno dato tutto per scontato, ma non lo era. Ora pretendo che venga fatta piena luce, che si analizzino tutti gli aspetti a cui non si è dato attenzione quando Tiziana è morta”.
La madre di Tiziana Cantone ha poi aggiunto su “Il Mattino” di non avere “mai creduto all’ipotesi suicidio. Ho sempre detto che, quantomeno, Tiziana è stata istigata a togliersi la vita. È mai possibile che la Procura non sia mai andata a fondo su tutti i maschi, a partire dal suo ex compagno, che gravitavano in questa storia? È fondamentale parlare di questi temi, a me piace soprattutto incontrare i ragazzi nelle scuole. Bisogna far capire loro che la vita virtuale non è la vita reale. E devono pensarci i genitori e gli insegnanti in primis. Noi adulti spesso non sappiamo dare il buon esempio”.