Tiziana Cantone, la giovane donna trovata morta nella cantinetta della sua abitazione dopo la diffusione di un video a sfondo sessuale che la vedeva protagonista e dopo la gogna social nei suoi confronti, potrebbe non essersi impiccata. È questo l’ultimo colpo di scena sulla vicenda, che arriva per mezzo del lavoro svolto dal professor Mariano Cingolani, ordinario di Medicina Legale all’Università di Macerata e consulente della famiglia di Tiziana. L’ipotesi dello strangolamento era emersa già nei giorni scorsi ma ora Cingolani lo ribadisce anche tra le pagine del settimana Oggi, in edicola da questo giovedì 2 settembre con il suo nuovo numero.



Il medico legale è convinto che Tiziana non si tolse la vita impiccandosi ma fu strozzata. Non si sarebbe trattato, dunque, di un suicidio ma fu messo in scena per nascondere un probabile omicidio. Una morte violenta, dunque, quella che si celerebbe dietro la fine della 31enne di Mugnano. “Ho detto alla madre che dalle immagini fotografiche che mi sono state fornite, c’erano due segni sul collo della povera Tiziana riconducibili a tempi e modalità distinte”, ha spiegato l’esperto nell’intervista al settimanale.

Tiziana Cantone, le ipotesi del prof. Cingolani sulla morte

Cingolani si è soffermato sui due segni presenti sul collo di Tiziana Cantone ed emersi dalle fotografie in suo possesso: “Uno attribuibile a uno strangolamento realizzato da qualcuno che ha voluto mettere fine alla vita di sua figlia, mentre l’altro a un impiccamento che ne simulasse il suicidio”. Ovviamente la madre della vittima, la signora Maria Teresa Giglio che sin dall’inizio ha fatto fatica a credere alla tesi del suicidio, di fronte alle novità emerse “Ne è rimasta toccata e sorpresa”, ha svelato il medico legale.

In seguito alla riesumazione del corpo di Tiziana avvenuta lo scorso giugno, al fine di poter eseguire una autopsia mai di fatto svolta all’epoca dei drammatici fatti, il parere pro veritate del professor Cingolani è stato consegnato alla Procura. Tuttavia, al fine di poter avere la conferma ed i riscontri sul parere del medico sarebbe sufficiente eseguire un esame istologico sui tessuti. In merito a ciò Cingolani ha spiegato al settimanale Oggi: “È possibile anche a distanza di anni valutare la vitalità delle lesioni attraverso dei test istochimici, ovvero stabilire se una lesione è stata inferta quando il corpo era ancora in vita oppure no. La letteratura scientifica ha mostrato che questi test è possibile farli anche dopo dieci anni ottenendo risultati pressoché certi”.