Tiziana Pannella ha avuto negli scorsi giorni il covid, e raccontando la sua testimonianza attraverso le colonne del Corriere della Sera ha voluto subito mettere in chiaro una cosa: “Non è un raffreddore!”. La giornalista e conduttrice del programma di La7, Tagadà, ha spiegato di iniziare a stare male proprio il giorno di Natale: “Ma male male, all’improvviso”. Tiziana Pannella, vaccinata con tre dosi, e con tanto di tampone negativo prima del cenone della Vigilia, aggiunge: “I sintomi non li riconosco, forse è un’influenza, una intossicazione. Intanto, mi metto in isolamento, aspetto, mi sembra di stare meglio, poi di nuovo male”. A fare una mezza strage sarebbe stata proprio la cena del 24 dicembre: tre positivi, e poi la quarta, la stessa giornalista, un soggetto fragile: “D’accordo con i medici che mi seguono – spiega – continuo la mia terapia abituale che dovrebbe aiutarmi anche contro il Covid. Non basta, sto male. Alziamo il dosaggio”.



Il momento peggiore è stato la cena del 31 dicembre, durante il classico discorso del presidente della repubblica di fine anno: “Parla Mattarella di questa infinita giornata buia, dei medici, della disperazione, delle bare. Comincio a piangere. Piango di paura, di sofferenza fisica, di solitudine. La solitudine può essere una buona compagna di viaggio”. Intanto i dolori non passano, tutt’altro: “Sento il sangue che pompa sotto la pelle e la pelle brucia, mi fa male tutto dai reni alle dita delle mani. La gola è piena di spilli, sullo sterno mi hanno piazzato una pietra, la testa è una trottola che gira e pesa. Ho paura”.



TIZIANA PANNELLA: “SE NON FOSSI STATA VACCINATA SAREI IN TERAPIA INTENSIVA”

In quegli istanti, si rende Tiziana Pannella si rende conto di essere stata comunque fortunata, o meglio, diligente: “So che se non fossi vaccinata sarei in terapia intensiva. Sento la solitudine di chi ha lottato in altre stanze, magari voleva urlare mentre non aveva aria per respirare. È disperante, per chi è nella stanza, per chi è oltre il vetro. Sono morti così, da soli, in tanti, troppi. Le ho raccontate in trasmissione le bare di Bergamo e non trovavo le parole. Adesso quelle storie, quelle vite, quelle solitudini mi feriscono senza rimedio”.



Fortunatamente la conduttrice inizia a poco a poco a riprendersi, “Piano piano recupero le forze. Mi era già successo in passato di sentirmi vicina, vicinissima, al burrone. Guardare giù è terrorizzante, ma il burrone sa blandire. Promette pace, è un imbroglio. Sarà per un’altra volta. Felice anno nuovo – conclude – abbiate cura di voi”.