Tiziano Ferro ha concluso la sua intervista con un toccante momento legato al ricordo della nonna: “L’accettazione è la cosa più complessa. Faccio meditazione e prego molto. Non si può essere credenti e prendere solo quello che ti pare. Sin da piccolo credo in un posto migliore”, ha esordito. “Io a 40 anni mi sento obbligato a non cedere a questa assenza fisica”, ha aggiunto, parlando con le lacrime agli occhi della scomparsa dell’amata nonna. “Certo che mia nonna mi manca ma gli insegnamenti e l’amore non vanno mai via. Mia nonna mi ha insegnato la spiritualità in modo basilare, non sapeva né leggere né scrivere, ha vissuto le due guerre”, ha proseguito. “L’unica cosa che voleva da me era andare a messa e io ci andavo volentieri. I sermoni erano quelli dei preti semplici che non avevano una lira e parlavano di questo concetto di amore universale” ha ricordato Ferro con emozione e nostalgia. “Il senso di colpa è uno di quei sentimenti inutili che non porta a nulla. Mia nonna voleva solo accendere una candela e la sua gioia era avermi lì e io lo facevo volentieri. Era una cosa tra me e mia nonna e mi ha insegnato la spiritualità e anche quando è andata via mi sono costretto, obbligato a ricordare quello che mi ha insegnato perchè non posso essere diventato così credente senza praticare”, ha concluso senza ormai trattenere le lacrime. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
“Mai avuto il sogno americano”
Come vive oggi Tiziano Ferro a Los Angeles? “Come se vivessi a Volterra, è una città piccola. Non ho mai avuto il sogno americano, mi ci son trovato perchè la vita lo ha scelto per me”, ha confessato a Domenica In. Il cantante ha ricordato anche in che modo vive in America al tempo del Covid: “Noi siamo nella stessa situazione da marzo, noi ci testiamo ogni settimana e con un gruppo di amici ci vediamo in grande sicurezza”, ha raccontato. Spazio quindi al suo scorso Sanremo: “E’ stato bello ma è talmente un delirio… quei sette giorni un mondo di idee in quella città, come una lente di ingrandimento che spesso brucia. Emotivamente se sei italiano la vivi come una giostra”. Oggi si sente grato di essere riuscito a cantare sul palco dell’Ariston con un grande della musica italiana, Massimo Ranieri: “Che meraviglia, potrei parlare per ore di questo re! Lui è un tesoro nazionale, il mio senso di gratitudine ed amore verso Massimo non hanno limite”, ha commentato con emozione. Da lì è partita l’idea di un album di cover: “Il disco non era in progetto”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
“Ho subito manipolazioni”
Focus sulle dipendenze e sul coraggio di Tiziano Ferro di aver ammesso le sue dipendenze del passato: “Trovo assurdo che in Italia nessuno dichiari di avere questo problema”, dice. Come spiega Tiziano, ogni dipendenza ti vuole solo, quindi “la soluzione è uscire fuori, aiutare gli altri per uscire fuori dalla tua testa. la dipendenza è sempre una dipendenza da solitudine”. Il suo percorso lo ha iniziato all’estero ma in Italia sentiva l’esigenza di prendere parte ai gruppi di ascolto. “Chi se ne frega se la gente vede il problema”, ha dichiarato, raccontando un aneddoto legato alla sua presenza in un gruppo di ascolto a Milano. “La musica mi ha salvato la vita, non è meno curativa della medicina”, ha poi aggiunto parlando di quanto l’arte e le canzoni siano state per lui salvifiche. “Non vanno in competizione ovviamente ma l’arte ha un potere curativo più grande di quello che pensiamo”, ha proseguito. Da quando ha iniziato a cantare, per Tiziano Ferro è cambiato tutto. I bulli di un tempo sono poi tornati a chiedergli l’autografo. “Io non porto rancore”, ha però ammesso Ferro. “Le cose non me le hanno mai chieste ma suggerite con un metodo manipolatorio”: così Tiziano ha parlato del suo cambiamento, a partire dai 40 chili persi. “Sono felice che oggi si parli di accettazione del corpo, diversità, voglia di celebrare forme e dimensioni diverse perché questo atteggiamento ha distrutto delle vite. A me non ha fatto bene”, ha aggiunto. Il senso di manipolazione è poi proseguito: “C’è bisogno di una legge contro l’odio. Provare ad imporre delle idee, provare a denigrare e manipolare una persona provocheranno dei danni molto grandi all’umore e che portano poi al suicidio e che non sono meno gravi di quelli fisici”, ha spiegato. La manipolazione, l’odio, la segregazione e la discriminazione sono tutte sensazioni provate da Ferro: “E’ importante dire che non va bene”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
Tiziano Ferro e le sue cicatrici
Per Tiziano Ferro, “parlare delle mie ferite è stato l’inizio della mia cura che consiglio a tutti. Nel momento in cui esci dalla segretezza la curi sempre un po’”. Lo ha ammesso oggi, nel corso della sua lunga intervista in collegamento da Los Angeles con Mara Venier. ” Quanto mi è costato ricordare tutto? Io non dimentico mai e non dimentico mai nulla, quindi non è stato un lavoro quello del ricordo, ma quello dell’imparare a dire le cose. Io sono diventato famoso a 20 anni ma a 20 anni non sai chi sei e cosa vuoi dalla vita. Man mano che vai avanti inizia a scoprire queste risposte”, ha proseguito. Tiziano ha poi detto la sua anche sugli haters, fornendo una sua visione: “Dico sempre che dove c’è chi odia vuol dire che hai tante persone che ti amano, è scientifico, è una questione di statistica matematica. Non dedicare tempo a chi ti odia ma a chi ti ama. In quel momento si azzera il sentimento negativo e il problema è risolto”. Spazio quindi all’infanzia e alla giovinezza del cantante. “Quando vedo le foto di me da piccolo mi viene da parlare con quel bambino perchè le ferite che ho dentro sono quelle che lui ancora abbraccia e crede vive”, ha commentato, riguardando la foto di lui da bambino. Oggi, dice, “le cicatrici sono i miei superpoteri”. Ciascuna cicatrice oggi è da lui raccontata come una celebrazione. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
“A 40 anni volevo alzare il livello”
L’ospitata di Tiziano Ferro da Los Angeles si è aperta con la sua esibizione sulle note di “E ti vengo a cercare” di Battiato, contenuta anche nel suo primo album di cover. “Solo tu potevi farmi cantare alle 5 del mattino!”, ha esordito, dopo la toccante esibizione. Il cantante ha ringraziato tutti per il primo posto conquistato dal nuovo lavoro discografico nonostante il periodo difficile. Laura Pausini dopo la prima intervista della passata stagione a Tiziano si era particolarmente commossa: “Con te mi sento a mio agio”, ha detto il cantante a zia Mara. Da allora sono cambiate molte cose: oltre al nuovo album di cover è uscito anche il suo documentario sulla sua vita in cui ha avuto il coraggio di raccontare totalmente se stesso con grande sincerità. “Nella vita delle persone ci sono dei capitoli e noi facciamo di tutto per piacere a tutti. Poi arriva un momento, per disperazione o fortuna, gioia o follia, in cui capisci che per mantenere vivere 3-4 versioni di te stesso per compiacere le persone è molto faticoso”, ha commentato Tiziano. “E’ molto più facile vivere presentando una sola versione di se stessi, è molto meno faticoso”, ha proseguito. “A 40 anni sentivo la necessità di alzare il livello, vuoi di più dai tuoi rapporti, dagli amici, dal lavoro”, ha proseguito, spiegando anche il motivo del suo documentario, “E’ stata un’opera di necessità mia come uomo e professionista”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
Tiziano Ferro a Domenica In
C’è anche Tiziano Ferro, tra gli ospiti della puntata odierna di Domenica in, il contenitore domenicale condotto da Mara Venier in onda questo pomeriggio a partire dalle 14. Il pretesto per l’incontro è l’uscita di Ferro, documentario a lui dedicato disponibile dal 6 novembre su Amazon Prime Video, oltre ovviamente a quella di Accetto miracoli: l’esperienza degli altri che è il suo primo album di cover. “Io ho sempre sostenuto un messaggio che suona purtroppo ridondante e un po’ metafisico: ho sempre detto che la musica è stata la mia salvezza, soprattutto nei confronti del degrado”, ha detto in proposito Tiziano, nella conferenza stampa di presentazione riportata da Movieplayer.it. In effetti, nella vita del cantautore di Latina, non c’è mai stato un momento privo di colonna sonora, e ciò vale anche per i momenti brutti e segnanti della sua adolescenza. “Ho sempre detto che le forme di degrado sono spesso molto meno evidenti e molto più sottili del degrado che tutti conosciamo, legato all’indigenza e alla povertà. Nella storia abbiamo sempre visto quanto la musica abbia dato un’opportunità alle persone che vivono un degrado reale – basti pensare a molti dei più grandi artisti e autori che venivano da quartieri quasi sempre di periferia. Ma spiritualmente e emotivamente la musica per me è sempre stata una grande soluzione”.
Esce il primo album di cover di Tiziano Ferro
Anche quest’anno, durante il periodo più duro della pandemia, Tiziano Ferro ha trovato rifugio nelle canzoni: “Mi sono detto che in un momento come questo di fronte alle persone che stavano soffrendo per davvero, io non avevo il diritto di lamentarmi. Avevo a disposizione la musica, cosa farci? Sono 15 anni che ho un file word intitolato ‘disco di cover’ che vado rimpinguando con canzoni che amo, in modo che se mai avessi dovuto fare un disco di cover, avevo già una lista pronta. Convinto di non realizzarlo per davvero, mi sono divertito col mio arrangiatore – un ragazzo con cui lavoro oramai da 3-4 anni – e facendoci il test ogni tre giorni in pratica, ci siamo messi insieme a Los Angeles a incidere queste cover, in totale divertimento”.
Tiziano Ferro racconta lo sviluppo del suo nuovo album
Così è nato il suo ultimo lavoro musicale, un prodotto ‘inedito’ (nel senso di ‘mai sentito’) per lui che ha sempre fatto musica ‘inedita’ (nel senso di ‘non cover’). Prosegue Tiziano Ferro: “Dopo un mese mi sono ritrovato in mano 10-15 canzoni pronte e ho chiamato il mio manager per fargliele ascoltare. Dalla Universal pensavano di farlo diventare il mio prossimo album, ma io d’istinto ho detto: ‘Non voglio tornare dopo due anni con un disco di cover, o lo facciamo ora o mai più’. Quindi abbiamo dovuto farlo diventare un disco per davvero di corsa, anche la parte contrattuale banalmente dato che non esisteva. È stata la mia piccola personale perla per combattere questo momento difficile. Sapevo che la mia creatività e la mia arte erano sempre state l’antidoto numero uno per me”.