Tiziano Terzani, morto nel 2004 dopo una lunga malattia

Il giornalista e scrittore Tiziano Terzani, nato a Firenze nel 1938, ha vissuto per oltre trent’anni in Estremo Oriente, con la moglie Angela Staude e i figli Folco e Saskia, lavorando come giornalista per il settimanale tedesco Der Spiegel e collaborando successivamente con altri giornali, tra cui Il Corriere della Sera e Repubblica. I suoi libri, pubblicati in Italia e tradotti in molte lingue, raccontano i grandi eventi storici di cui è stato testimone: dalla guerra in Vietnam all’11 settembre. Tra i suoi ultimi libri: “Un indovino mi disse”, “Lettere contro la guerra”, “Un altro giro di giostra” e “La fine è il mio inizio”, uscito postumo. Tiziano Terzani è morto il 28 luglio 2004 a Orsigna, sull’Appennino Pistoiese. Aveva 65 anni. “Il 28 luglio, nella valle di Orsigna è serenamente scomparso o, come preferiva dire lui, ha lasciato il suo corpo, Tiziano Terzani”, è stata la nota diffusa dalla moglie Angela. Da tempo era malato di cancro e aveva raccontato la sua battaglia contro il male nel suo ultimo libro “Un altro giro di giostra”: “A pensarci bene, dopo un po’ il viaggio non era più in cerca di una cura per il mio cancro, ma per quella malattia che è di tutti: la mortalità”.



Tiziano Terzani: il libro postumo “La fine è il mio inizio”

Nel 2006 è stato pubblicato, a cura di Folco Terzani, “La fine è il mio inizio. Un padre racconta al figlio il grande viaggio della vita” di Tiziano Terzani, che raccoglie mesi di conversazioni tra padre e figlio. “Benché lo conoscessi fin dal mio primo giorno, faticavo a capire come potesse vedere quella partenza per l’ignoto come una cosa naturale, quasi piacevole. Volevo che mi spiegasse cosa aveva capito… Dopo tre mesi, quando mi ha chiesto a che punto eravamo, e io gli ho detto che non avevo più domande, lui ha smesso di parlare e due giorni dopo se n’è andato, lasciandomi con più di milleduecento pagine di testo”, si legge nella prefazione di Folco a “Fine/Inizio”, edizione ridotta del libro. E ha concluso: “Questo racconto parla sostanzialmente di come fare una bella vita. Una vita che può essere completa, intensa e degna di essere vissuta, in modo da poter arrivare in fondo senza sentirsi impauriti o persi, ma soddisfatti. Nascosta fra le parole c’è una mappa delle sue grandi tappe, gli stadi importanti che stanno davanti a ognuno di noi: dal rapido apprendimento della gioventù, alla responsabilità del lavoro e la famiglia, al ritiro verso la natura e le conclusioni finali”.

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