Il tocilizumab non riduce la mortalità da Covid. E’ quanto emerso dalla sperimentazione clinica di fase III sul farmaco immunosoppressore attualmente impiegato per il trattamento dell’artrite reumatoide e dell’artrite idiopatica giovanile sistemica, i cui risultati sono stati riportati su un paper pubblicato sul New England Journal of Medicine realizzato dagli scienziati dell’Università della California San Diego Health. Come riportato dall’AGI, Atul Malhotra, dell’ateneo californiano, ha dichiarato: “Il tasso di mortalità a 28 giorni e lo stato clinico dei pazienti a cui è stato somministrato il medicinale non risultano migliorati in modo significativo, ma abbiamo comunque notato alcuni benefici, come una minore necessità di ventilazione meccanica“. Gli studiosi hanno analizzato gli effetti del tocilizumab su un campione di 452 pazienti con casi confermati di polmonite legata a Covid-19, ricoverati in 62 diversi ospedali in 9 paesi. Per verificare la reale efficacia del farmaco gli scienziati hanno somministrato il medicinale ad alcuni pazienti, mentre il gruppo di controllo ha ricevuto il placebo, seguendo così uno schema controllato e randomizzato.
LO STUDIO: “TOCILIZUMAB NON RIDUCE MORTALITA’ COVID
Il dottor Atul Malhotra ha spiegato: “Abbiamo riscontrato differenze significative nel decorso della malattia in base all’assunzione di tocilizumab, ma non sono emersi effetti collaterali legati al farmaco e il trattamento potrebbe avere qualche beneficio terapeutico durante i ricoveri ospedalieri e nella riduzione delle tempistiche di permanenza in unita’ di terapia intensiva“. Il ricercatore ha continuato: “Sebbene sia importante essere cauti nell’interpretazione degli esiti secondari il nostro studio potrebbe rivelarsi utile per la progettazione delle prossime indagini volte a esplorare l’efficacia del tocilizumab in combinazione con corticosteroidi“. La precisazione importante è che la ricerca ha preso in considerazione unicamente i pazienti. Gli autori sottolineano che il lavoro ha considerato solo pazienti con sintomatologia acuta: ciò significa che per forme di Covid meno aggressive i risultati potrebbero cambiare. Al riguardo, Malhotra ha concluso: “Ci sono pochissime terapie comprovate per Covid-19 in forma grave, il che rappresenta una delle principali sfide di questa pandemia. Dobbiamo proseguire le ricerche e saperne di più sul virus e sulle armi che abbiamo a disposizione per combattere questa minaccia“.