Gli studiosi del Regno Unito sono concordi nell’affermare che le mascherine ai bambini facciano più male che bene. Nella giornata di lunedì 4 aprile 2022, l’Office for standards in education, children’s services and skills (Ofsted) ha pubblicato gli esiti di un’indagine condotta tra il 17 gennaio e il 4 febbraio scorsi in 70 strutture per l’infanzia del Regno Unito. Ne dà notizia il quotidiano “La Verità”, asserendo che, secondo il report, “le misure adottate per combattere il Covid, compreso l’uso di mascherine, da parte degli operatori, che impediscono la capacità dei bambini di decodificare le espressioni facciali, hanno colpito i piccoli nel loro sviluppo sociale e linguistico”.



L’autorità di supervisione scolastica britannica ha osservato che “i bimbi hanno, spesso, difficoltà a fare amicizia e parlare. Sono stati rilevati un vocabolario limitato” el’incapacità di reagire ai movimenti facciali più semplici. I ritardi nello sviluppo del linguaggio hanno comportato problemi di socialità, dal momento che non entravano in contatto con altri bambini nel modo previsto”. Anche la qualità dei rapporti con le maestre non è stata ottimale: “I bambini no stati circondati da adulti con mascherine, quindi non potevano vedere i movimenti delle labbra e le posizioni della bocca, perdendo un’importantissima forma di comunicazione”.



MASCHERINE AI BAMBINI? STUDIO ANCHE DALLA SPAGNA: “SONO NOCIVE”

Il report di Ofsted indica, tra le ripercussioni sullo sviluppo, un ritardo di molti bambini a causa delle mascherine nell’imparare a gattonare e camminare, nel vestirsi e nel soffiarsi il naso. La dottoressa Margery Smelkinson, ha affermato su “The Atlantic” che “imporre a milioni di bimbi uno strumento di protezione che fornisce scarsi benefici riconoscibili, sulla base del fatto che non abbiamo ancora raccolto prove concrete dei suoi effetti negativi, vìola il principio più elementare della medicina: primo, non nuocere. Il fondamento degli interventi medici e di sanità pubblica dovrebbe essere che funzionino, non che non abbiamo prove sufficienti per dire se siano dannosi”.



Fa rumore anche un lavoro di ricerca eseguito in Spagna in 1.900 scuole catalane e diramato a marzo: “La Verità” evidenzia che “i dispositivi di protezione facciale nelle scuole non erano associati a una minore incidenza o trasmissione di SARS-CoV-2, suggerendo che questo intervento non fosse efficace. I ricercatori non hanno riscontrato che il tasso di incidenza o la trasmissione del virus fossero significativamente inferiori tra i bimbi obbligati a tenere un dispositivo di protezione in classe, rispetto ai minori di sei anni, che potevano rimanere a volto scoperto”.