Tommaso Buscetta, le reazioni dopo la morte
Dopo la morte di Tommaso Buscetta, avvenuta a North Miami nel 2000, anche in Italia la notizia ebbe una rilevanza particolare. La sua figura, infatti, negli anni era diventata nota al mondo della cronaca, essendo stato il primo pentito di mafia. Anche Giulio Andreotti, uomo che Buscetta aveva accusato, dedicò un pensiero al pentito: “Prego per la sua anima. La malattia lo aveva da qualche tempo tolto di scena e io dichiarai pubblicamente che ero lieto che lo Stato lo avesse aiutato a sperimentare tutte le cure possibili”. Anche il giornalista Enzo Biagi, che nel 1988 lo aveva a lungo intervistato, parlò della sua scomparsa: “Sembra strano, ma ho perso un amico. Probabilmente non mi ha detto tutto, ma sono anche sicuro che non mi ha mai mentito. Adesso gli sia concessa la pace”.
Tommaso Buscetta, come è morta?
Tommaso Buscetta, uno dei primi pentiti di mafia, è morto nel 2000 e più precisamente il 2 aprile all’età di 72 anni. La morte è avvenuta a North Miami, in Florida, dove viveva ormai da tempo sotto falso nome, insieme alla terza moglie e ai figli. Dopo la decisione di denunciare le organizzazioni mafiose, infatti, nel 1985 fu trasferito negli Stati Uniti dove fu messo sotto protezione e ricevette dal governo una nuova identità, con tutta la famiglia. Ottenne inoltre la libertà vigilata in cambio di nuove rivelazioni contro Cosa Nostra americana. Morì proprio nel 2000 dopo aver combattuto a lungo contro un tumore. Fu sepolto sotto falso nome proprio a North Miami.
Com’è morto Tommaso Buscetta? Fatale un tumore..
È morto stroncato da un tumore Tommaso Buscetta, il primo grande pentito della mafia siciliana. Lo affliggeva da tempo, senza però toglierli la lucidità. «È rimasto cosciente fino alla fine», disse infatti Luigi Li Gotti, avvocato dell’ex boss, presente con tanti altri pentiti di mafia al funerale che si tenne a New York. La sua tomba si trova a North Miami, in Florida, dove è sepolto sotto falso nome, ma la morte sopraggiunse a New York, sempre negli Stati Uniti, Stati Uniti, dove aveva vissuto gran parte della sua vita con la terza moglie e la famiglia, con nomi falsi.
Quando il quotidiano Repubblica ne diede notizia, il 4 aprile 2000, rivelò che quel giorno si erano tenuti i funerali a New York. Il giorno dopo, invece, il Corriere della Sera, riportando la notizia della morte di Tommaso Buscetta in prima pagina (qualcuno ne ha anche messo in vendita una su eBay), scrisse che il pentito combatteva contro il cancro da due anni.
Tommaso Buscetta:”Morte? Un meraviglioso regalo”
«Contro la morte ho combattuto tutta la vita e ora che il tempo è venuto mi sembra un meraviglioso regalo». Così parlo Tommaso Buscetta nell’ultima telefonata con Giuseppe D’Avanzo. Al giornalista disse di essere «un povero vecchio che molto ha sbagliato e molto ha pagato». Sotto il falso nome di Roberto, parlò della morte prima che sopraggiungesse e lo portasse via. «Per me la morte è stata come l’ombra in un giorno di sole. Da mafioso, sapevo che dovevo farmene una compagna. Ma ora che la sento addosso, ho voglia di arrendermi», disse al giornalista che pubblicò la ricostruzione di quell’ultima telefonata.
In quella prima pagina del Corriere ci sono anche le parole di Enzo Biagi, che a proposito della morte di Tommaso Buscetta scrisse: «Forse era stanco, malato, e aspettava questo momento, anche perché, essendo religioso, credeva che un giorno avrebbe rivisto i suoi figli “fatti fuori” dai nemici e anche gli uomini che aveva ucciso lui. Pregava per tutti».