Tommaso Buscetta, uno dei primi collaboratori di giustizia della storia, arrivò a dissociarsi completamente da cosa nostra e dalle sue dinamiche criminali dopo che la mafia – a suo dire – ebbe perso la sua identità. In particolare, Buscetta non condivideva più le direttive date dai boss che prevedevano di uccidere a sangue freddo anche i bambini, e per questo decise di tirarsene fuori definitivamente. Don Masino rivelò al mondo come funzionava cosa nostra dall’interno. Prima di allora, questi dettagli non si conoscevano, soprattutto perché dentro e intorno a cosa nostra vigeva la legge dell’omertà. Al giudice Giovanni Falcone parlò anche dei presunti legami tra mafia e politica, asserendo di non voler fare nomi perché lo Stato e i cittadini italiani non erano pronti a rivelazioni del genere. (agg. di Rossella Pastore)
Storia vera Tommaso Buscetta: il primo collaboratore di giustizia dopo Leonardo Vitale
Tommaso Buscetta, conosciuto anche come il ‘boss dei due mondi’ o semplicemente come ‘don Masino’ è il pentito di mafia protagonista del film Il Traditore in onda questa sera su Rai1. L’arresto di Buscetta risale al 1983, quando quaranta poliziotti accerchiarono la sua abitazione a San Paolo in Brasile e lo arrestarono mentre era in compagnia di Leonardo Badalamenti, figlio del boss Gaetano Badalamenti. Buscetta tentò di corromperli, ma alla fine venne comunque rinchiuso in prigione per alcuni omicidi collegati con lo spaccio di droga. Inizialmente, don Masino rifiutò di collaborare con la giustizia. In un secondo momento si convinse e iniziò a depositare la sua testimonianza al giudice Giovanni Falcone, divenendo a tutti gli effetti collaboratore di giustizia, il primo della storia dopo Leonardo Vitale. (agg. di Rossella Pastore)
Storia vera Il Traditore: la vita di Tommaso Buscetta tra Italia e Brasile
Il film Il Traditore con protagonista Pierfrancesco Favino nei panni del pentito di mafia Tommaso Buscetta va in onda oggi in prima serata su Rai1. Si tratta di una pellicola molto didascalica e per certi versi ‘documentaristica’, se si pensa a certi dettagli come le scritte in sovrimpressione che compaiono a indicare i nomi dei protagonisti. Il Traditore è molto fedele alla storia vera di Buscetta, che si snoda tra la Sicilia e il Brasile e che viene raccontata in siciliano e in portoghese, con i sottotitoli laddove è necessario (vale a dire praticamente per tutto il tempo). Rai1 lo manda in onda all’indomani del 29esimo anniversario della strage di Capaci, una commemorazione molto importante che, come ogni anno, ha visto partecipi anche i media e in particolare la televisione. (agg. di Rossella Pastore)
STORIA VERA TOMMASO BUSCETTA ALLA BASE DEL FILM “IL TRADITORE”
Sono trascorsi poco più di 21 anni dalla morte di Tommaso Buscetta, boss nonché primo pentito di mafia, il cui personaggio e la sua storia vera è al centro della grande esclusiva Rai, il film “Il Traditore” di Marco Bellocchio con protagonista Pierfrancesco Favino. La sua rete criminali si estese oltre i confini europei e proprio questo lo portò ad essere denominato il “boss dei due mondi”. Buscetta fu considerato il detentore dei maggiori segreti di Cosa Nostra non solo in Italia ma fino in America. Pur essendo un boss mafioso nonché grande conoscitore della mafia siciliana, ben presto divenne il primo collaboratore di giustizia. Ai magistrati iniziò a snocciolare i loschi affari mafiosi in particolare quelli della “nuova mafia” che era incentrata sul traffico di stupefacenti, svelando poco alla volta anche i legami esistenti tra criminalità organizzata e politica.
Le sue dichiarazioni contribuirono indubbiamente a dare una svolta a numerosi processi e casi legati alla mafia tanto che da grande boss si trasformò come uno dei peggiori traditori in quanto voltò le spalle al mondo che lo aveva inizialmente accolto per passare dalla parte giusta della barricata.
TOMMASO BUSCETTA, LA SUA STORIA VERA: DA BOSS A PENTITO DI MAFIA
Tommaso Buscetta, noto come don Masino, nacque a Palermo nel 1928, ultimo di ben 17 figli. Fu stroncato da un tumore nel 2000 mentre si trovava a New York. Buscetta è considerato il primo vero pentito di mafia che tradì Cosa Nostra dando un contributo fondamentale in molte delle inchieste all’epoca condotte dal giudice Giovanni Falcone. Le sue dichiarazioni contribuirono finalmente a fare luce sul mondo complesso e fino a quel momento assolutamente insondabile della malavita siciliana permettendo così di ricostruire i contorni e le strutture di un’organizzazione criminale fino a quel momento del tutto sconosciuta.
Dai piccoli furti, poco alla volta Buscetta si fece conoscere nell’ambito malavitoso palermitano per il suo talento nel falsificare le tessere di razionamento della farina di epoca fascista. Nel ’45 fu affiliato alla cosca di Porta Nuova. Il suo arresto avvenne in seguito all’attività di traffico di droga e contrabbando di sigarette ma non mancarono i grandi delitti su commissione che lo videro in prima linea nei panni di boss. Questo fino all’arresto del 1983 quando Falcone lo convinse a collaborare.
LE ACCUSE AL MONDO DELLA POLITICA TOMMASO BUSCETTA
Nel 1984 Tommaso Buscetta di estradato in America dove ottenne una nuova identità e la libertà vigilata in cambio di nuove rivelazioni contro Cosa nostra americana. Prese parte al maxiprocesso di Palermo nel 1986 e a quello che si svolse a New York contro Badalamenti e altri mafiosi siculo-americani. Qualche anno dopo si parlò di un suo ritorno a Palermo al fine di consentire la cattura di alcuni latitanti corleonesi, ma la notizia fu ben presto smentita. Dopo la morte di Falcone e Borsellino, il pentito iniziò a parlare dei rapporti tra mafia e politica accusando gli onorevoli Lima e Andreotti come principali referenti politici della mafia. Sul piano privato fu sposato tre volte ed ebbe nove figli. Dopo aver lasciato la sua prima moglie e accusato di adulterio fu allontanato da Cosa Nostra. Trascorse la maggior parte della sua vita con la terza moglie e la famiglia in Florida sotto falsa identità, fino alla morte avvenuta all’età di 71 anni a causa di un cancro.