Unico senatore del Centrosinistra gay dichiarato, Tommaso Cerno ha votato contro il ddl Zan. Il parlamentare del Misto, eletto tra le fila del Partito Democratico, negli scorsi giorni ha definito il testo «medievale» e ai microfoni di Radio Radio è tornato a parlare delle criticità della legge: «Non era ben fatta, era una legge nata in corsa in Parlamento in competizione con un altro provvedimento che io preferivo e che aveva al suo interno una serie di minuzie che potevano essere esaustive».
Nel corso del suo intervento, Tommaso Cerno ha spiegato che il ddl Zan ha una parte contro l’omofobia, in particolare l’articolo 4: «Faccio un esempio: se un professore a scuola dice a alunno di colore che è un alunno inferiore, compie un reato; ma se dice a un alunno gay che è un alunno inferiore non compie un reato. Di fatto dà una sorta di garanzia antipenale agli omofobi che vuole combattere. Tutto ciò per fare un favore a quest’associazione o a quell’altra».
TOMMASO CERNO: “30-35 SENATORI DI SINISTRA HANNO VOTATO CONTRO”
«Se facciamo una legge per i diritti, per una società avanzata, per l’amore collettivo, per la pacificazione dobbiamo avere il buon gusto di aprire il dizionario e di studiarci bene l’italiano perché non c’è niente di peggio di una legge che ha buone intenzioni e pessime fatture materiali», ha proseguito Tommaso Cerno ai microfoni di Radio Radio, sottolineando che questo problema è stato strumentalizzato in chiave politica, diventando una gigantesca discussione sul nulla. E il fallimento del testo alla Camera è dovuto a quanto accaduto a Sinistra, ha rimarcato Tommaso Cerno: «Fermiamoci un attimo. Incassiamo una parte della vittoria storica cioè la destra che ammette che serve una legge contro le violenze di propaganda d’odio e approviamo la prima parte. Ci sono almeno 30-35 persone nella sinistra che hanno votato contro».