LA NOTA DELLA PROCURA DI PIACENZA: “CHIESTA L’ARCHIVIAZIONE PER FOTI”

Dopo le notizie (e le intercettazioni) emerse oggi sulla stampa nazionale, la Procura della Repubblica di Piacenza informa che lo scorso venerdì 16 febbraio 2024 il pm aveva già richiesto l’archiviazione per le indagini a carico dell’onorevole Tommaso Foti. In una nota a firma della procuratrice Grazia Pradella, riportata dall’ANSA, si legge della richiesta di archiviazione per le indagini in carico dal 2022, avvenuta la scorsa settimana.



«Dovendosi esprimere il Gip su detta richiesta – specifica la Procura di Piacenza – non si intende rilasciare ulteriori delucidazioni»: spetta infatti ora al Giudice per le indagini preliminari pronunciarsi in merito alla istanza dell’accusa che per Foti chiede la piena archiviazione da tutte la accuse a suo carico. Nei giorni scorsi la Procura aveva invece chiesto il rinvio a giudizio di 9 persone, stralciando dunque la posizione di Foti dall’inchiesta sulla corruzione in Val Trebbia.



LE INDAGINI SUL CAPOGRUPPO FDI TOMMASO FOTI RISCHIANO NUOVA GRANA PER IL GOVERNO: COS’È SUCCESSO

Il capogruppo FdI alla Camera, Tommaso Foti, da due anni esatti risulta indagato a Piacenza per corruzione e traffico di influenze illecite, eppure è nelle prossime settimane che rischia di esplodere una nuova “grana” giudiziaria interna al Governo. Ne dà notizia oggi il quotidiano “Domani” con un’inchiesta giornalistica che riporta diverse intercettazioni per le quali emerge come l’indagine della Procura di Piacenza sul politico di Fratelli d’Italia sia tutt’altro che conclusa. L’occasione “nuova” è data dal rinvio a giudizio in questi giorni di Nunzio Susino, rappresentante legale della Cooperativa edile e forestale Altavaltrebbia: secondo l’accusa, l’indagato avrebbe assicurato l’appoggio di Foti dietro pagamento per «trasformare un grande appezzamento di terreno in edificabile».



Da un rinvio a giudizio di un altro indagato dal 2022 per lo stesso presunto giro di malaffare corruttivo che coinvolge Foti, risulta al “Domani” che l’inchiesta sul deputato non è ancora conclusa e che potrebbe presto risultare un nodo giudiziario tutt’altro che minimo visto il ruolo di primo piano nel partito della Presidente del Consiglio. Soldi concessi, aiuti per appalti “garantiti” e un rapporto tutto da comprendere con diversi indagati: per il momento le accuse restano con più intercettazioni che prove ma il sospetto, “accusa” il quotidiano progressista, è che ben presto la “grana giudiziaria” potrebbe abbattersi sulla campagna elettorale di Meloni verso le prossime Elezioni Europee.

DI COSA È ACCUSATO FOTI: LE NUOVE INTERCETTAZIONI DOPO IL 2022

Le intercettazioni del 2022 riportano (secondo la lettura che ne fa il quotidiano fondato da De Benedetti) di una stretta amicizia tra Susino e Foti, tanto che i magistrati nelle carte specificano «Tra i due in quel periodo vi era una sinergia volta al conseguimento di una concessione commerciale per la quale Susino aveva chiesto l’intervento del parlamentare […], aspetto che ha riguardato un apposito approfondimento investigativo in questo procedimento». L’ipotesi che Susino millantasse rapporti e “garanzie” dal deputato FdI resta in piedi, anche se a domanda diretta posta dal “Domani” ai due indagati, i rispettivi legali non hanno ancora risposto.

Addirittura emerge un’intercettazione inedita nei documenti d’indagine visionati dal “Domani” dove Susino parla della piena corruttibilità del capogruppo meloniano alla Camera: «Foti è un ladrone. Noi siamo golosi di soldi, ma loro di più…se noi siamo golosi loro sono malati». Dopo i vari contatti presunti telefonici, l’imprenditore ora rinviato a giudizio avrebbe anche fatto visita nella sede di Fratelli d’Italia a Piacenza: secondo i giudici, non era la prima volta che Susino visitava Foti e lo avrebbe anche presto incontrato nella sede nazionale di FdI, elemento che però non risulta al momento né dagli atti né dalle intercettazioni. «Tramite Foti ho parlato con l’Opizzi, quella all’Urbanistica del comune di Piacenza», riporta Susino con il suo interlocutore al telefono, riporta sempre il “Domani”. Erika Opizzi due anni fa era assessore FdI all’Urbanistica a Piacenza, vicina a Tommaso Foti. Ebbene, secondo l’accusa il gruppo di imprenditori attorno a Susino «brigava per ottenere dell’amministrazione la convenzione del parcheggio realizzato in città. Per raggiungere l’obiettivo avrebbero sfruttato l’influenza del big di Meloni».

L’inchiesta nata nel 2022 parla di un «sistema corruttivo diffuso» in corso da anni per lavori pubblici e appalti tra la Val Trebbia e la Val Luretta: furono arrestati 3 sindaci (due in carcere uno ai domiciliari), funzionari comunali e imprenditori, il tutto per “mettere le mani su Piacenza”, come riporta il titolo d’inchiesta della Procura. Venne indagato, a piede libero,Tommaso Foti, deputato di Fratelli d’Italia e accusato di corruzione e traffico di influenze illecite: per i pm – riporta l’ANSA – avrebbe ricevuto 3.000 euro per aiutare un’azienda, attraverso i suoi rapporti con l’assessore comunale e collega di partito, Erika Opizzi, anche lei indagata e che due anni fa presentò dimissioni dalla giunta di centrodestra dopo l’emergere dell’inchiesta. Resta ora da capire la posizione della difesa e se Foti replicherà alle dure accuse contenute nell’articolo del “Domani” e in generale nell’inchiesta ancora in corso a Piacenza.