Il 2 marzo 2006 è una data indelebile nelle cronache italiane, giorno in cui il piccolo Tommaso Onofri, di appena 18 mesi, fu rapito e ucciso dopo l’irruzione di due uomini nella villetta di Casalbaroncolo (Parma) in cui viveva con la famiglia. Un assalto all’ora di cena mentre tutti erano a tavola immersi nella loro quotidianità. Paolo Onofri e Paola Pellinghelli, marito e moglie, vi risiedevano insieme al figlio minore e al maggiore, Sebastiano, che di anni allora ne aveva soltanto 8.



Tommaso oggi avrebbe 20 anni, li avrebbe festeggiati il 6 settembre scorso se la sua vita non fosse stata spezzata brutalmente da Mario Alessi, muratore pregiudicato che aveva eseguito alcuni lavori di ritrutturazione a casa dei coniugi, con la complicità di Salvatore Raimondi, quest’ultimo oggi in semilibertà. Nel piano criminale dei due rapitori, il coinvolgimento della moglie di Alessi, Antonella Conserva, in veste di carceriera. L’obiettivo del sequestro, estorcere denaro alla famiglia. Un proposito poi deragliato e sfociato nell’atroce omicidio del bambino la sera stessa del rapimento. Il piccolo Tommaso aveva bisogno di un farmaco per l’epilessia e nei loro appelli, tra le lacrime, i genitori avevano implorato i sequestratori di assicurargli le cure. Si sarebbe scoperto poco dopo che il bimbo, però, era già stato assassinato.



Tommaso Onofri, le parole della mamma Paola Pellinghelli e del fratello Sebastiano

Il papà di Tommaso, Paolo, oggi non c’è più. È morto nel 2014, dopo anni di calvario a seguito di un infarto che lo aveva colpito nel 2008 e dal quale non si sarebbe più ripreso. Non ha assistito all’altro durissimo colpo per la famiglia, la concessione della semilibertà a uno degli uomini coinvolti nel rapimento del figlio poi ucciso. Del 2024, infatti, la notizia secondo cui Salvatore Raimondi, condannato a 20 anni di carcere per il solo sequestro di persona e non per l’omicidio, ha iniziato a usufruire di un regime meno restrittivo con la possibilità di uscire dal penitenziario ogni giorno per svolgere all’esterno il lavoro di magazziniere. Secondo la verità processuale, riporta Ansa, sarebbe stato lui a prelevare il piccolo Tommy dal seggiolone e a lasciare un’impronta sul nastro adesivo con cui furono legati genitori e fratellino, ma l’esecutore materiale del delitto di Tommaso sarebbe stato Mario Alessi. Quest’ultimo sarebbe stato condannato all’ergastolo, 24 anni di reclusione alla moglie Antonella Conserva.

Ad oggi, Salvatore Raimondi ha scontato 16 anni e mezzo della sua pena definitiva, ma nel 2018 sarebbe stato condannato a 3 anni e 6 mesi per estorsione ai danni di un altro detenuto e per questo non è ancora libero. Il settimanale 7 del Corriere della Sera ha raccolto le parole della mamma di Tommaso Onofri, Paola Pellinghelli, segnata per sempre dalla terribile vicenda e profondamente scossa dall’evoluzione della detenzione per Raimondi: “Non posso sopportare che chi ha fatto tanto male possa avere sconti di pena. Se hai ricevuto una condanna, devi scontarla tutta, altrimenti che giustizia è?”. Il fratello di Tommy, Sebastiano, oggi ha 27 anni e lo ricorda accanto a sé, ma fatica a immaginarlo grande: “Per me resterà sempre il piccolo Tommy“.