I maggiori indici azionari globali ieri hanno chiuso nettamente in rosso con cali che in Europa sono stati superiori al 2%, Milano maglia nera con un ribasso di oltre il 2,5%, e di quasi l’1% negli Stati Uniti. La motivazione di giornata, secondo alcuni, sarebbero i timori per la variante delta, ma è una spiegazione che lascia abbastanza scettici. Si deve innanzitutto mettere in prospettiva il calo di ieri dopo una striscia di rialzi molto lunga con i mercati, soprattutto quello americano, che è ai massimi di sempre e sopra di circa il 25% rispetto ai livelli raggiunti prima che scoppiasse la pandemia. Il calo di ieri, per quanto netto, non cambia il quadro e lascia i listini, più o meno, dove erano se prendiamo in considerazione un orizzonte temporale più lungo.
I listini sono saliti nonostante la seconda ondata di autunno 2020 e la terza della primavera 2021. Oggi l’incognita è sull’autunno 2021 anche sui Paesi che sono più avanti nelle vaccinazioni. Forse la politica in questo senso è cambiata perché l’Inghilterra sembra abbia deciso di andare avanti con le aperture nonostante un calo dei contagiati, anche se le ospedalizzazioni rimangono ai minimi, ed è una politica che si potrebbe riproporre in altri Stati e regioni; la politica del “rischio zero” potrebbe non essere più attuale sia per i danni inflitti all’economia, sia per l’evoluzione del dibattito sui vaccini. La seconda e la terza ondata sono passate indenni dal punto di vista dei mercati perché le banche centrali hanno coperto i mercati; i tassi bassi e le iniezioni di liquidità, con annessa espansione dei debiti pubblici e privati a costo zero, hanno permesso di spostare più in là la data della ripresa in modo pressoché indolore. Da questo punto di vista non sembra essere cambiato nulla.
Non si vuole minimizzare la possibilità che il prossimo autunno si possano ripresentare forme più o meno dure di lockdown con le inevitabili conseguenze economiche, quanto ammettere che questo è già successo due volte senza che i mercati si scomponessero particolarmente. C’è certamente il tema inflazione, ma per il momento la narrazione è che sia un fenomeno “transitorio” e comunque il male minore. Se invece le riaperture continuassero e le condizioni finanziarie rimanessero favorevoli nulla vieta che il mercato si concentri sui recuperi del Pil e continui sulla stessa linea degli ultimi mesi.
I mercati possono sopportare il calo di ieri e oltre senza che cambi il quadro stante il rialzo dell’ultimo anno e mezzo. Preoccupa di più, forse, la possibilità di un evento esterno ai listini e all’economia perché il quadro geopolitico si è complicato tra passaggi di navi inglesi nel Mar Nero e sorvoli di aerei militari russi sul Mar Baltico; preoccupano anche le condizioni delle catene di fornitura globali che però, finora, hanno continuato a mantenere gli scaffali pieni e i prodotti di largo consumo disponibili anche se con qualche difficoltà. Il mercato per ora non sembra preoccuparsi “ufficialmente” di tutto questo.
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.
SOSTIENICI. DONA ORA CLICCANDO QUI