A Tonga l’esplosione nel 2022 del vulcano sottomarino Hunga-Tonga Hunga-Ha’apai, è stata considerata l’eruzione più potente mai registrata al mondo. Nonostante sia passato più di un anno, gli effetti si stanno ancora facendo sentire, non solo sulla terra, ma anche nello spazio. Diversi scienziati hanno osservato infatti che le particelle di vapore acqueo disperse nella ionosfera hanno disturbato i segnali satellitari di tutto il mondo. Ma non solo, c’è anche il rischio che le bolle di plasma generate nell’eruzione possano contribuire al cambiamento climatico, perchè nell’alta atmosfera sono state rilevate alte concentrazioni di particelle concentrate d’acqua capaci di intrappolare il calore terrestre.
Il team di ricercatori internazionale della Nagoya University, ha studiato il fenomeno per la prima volta confermando quella che prima era solo una teoria. E cioè che le onde generate dalle eruzioni sottomarine possono contribuire a generare particelle ionizzate che creano perturbazioni nella ionosfera ed interagiscono con le onde radio, arrivano ad interrompere le comunicazioni satellitari tramite sistemi GPS.
Gli effetti sull’atmosfera dell’eruzione del vulcano a Tonga
Gli scienziati hanno evidenziato il fenomeno che si è creato dopo l’eruzione del vulcano sottomarino a Tonga, come EPB che significa “Equatorial Plasma Bubbles“, cioè delle bolle di plasma che sono in grado di raggiungere la ionosfera interagendo con le onde radio. se precedentemente questo era stato solo ipotizzato, dopo l’esplosione vulcanica i ricercatori della Nagoya University hanno potuto dimostrare sul campo l’esistenza delle particelle.
I dati pubblicati su Scientific Reports, inoltre, mostrano che la bolla in realtà è estesa, molto più di quanto si credeva. Per questo Atsuki Shinbori, principale autore dello studio, ha affermato che “La dimostrazione che le bolle di plasma abbiano raggiunto strati profondi dell’atmosfera suggerisce di fare più attenzione nello studio dei fenomeni naturali in futuro, e di come questi eventi, come appunto l’eruzione di un vulcano sottomarino, abbiano potuto interagire con i sistemi satellitari“.