Toni Capuozzo torna a parlare della guerra tra Russia e Ucraina. Sulle pagine de Il Giornale, il giornalista ha detto la sua sulla possibile evoluzione del conflitto, con l’avvicinarsi del 9 maggio, data limite indicata da Mosca: “Putin non è un giocatore di scacchi. È un judoka e la sua principale strategia è quella di sfruttare gli errori dell’avversario. Trasforma l’energia di attacco dell’avversario a suo favore. Sta dunque aspettando i nostri errori. Se dovesse dire: io da domani ordino il cessate il fuoco, prendo Azovstal con la fame e non sparo più un colpo lascerebbe la responsabilità di sparare i colpi per riprendere il Donbass all’Ucraina, mettendola così in grande imbarazzo. Può anche essere che dichiari la guerra totale, ma credo che sfrutterà la debolezza degli avversari”.



A chi parla di crimini di guerra, Capuozzo risponde: “Che i russi abbiano commesso un primo crimine con l’aggressione e che, come in tutti i conflitti e forse di più, commettano crimini nell’occupazione dei villaggi, è una cosa che non mi sorprende. Fa parte di tutte le guerre. Anche di quella in Siria contro lo Stato islamico. Anche di quella in Afghanistan contro i talebani. Pensiamo che siano state condotte con i guanti bianchi? La sconfitta di Saddam Hussein l’abbiamo ottenuta con le buone maniere? No. È la guerra. Molte persone l’hanno scoperta soltanto adesso. Quando la Nato bombardava Belgrado era una missione umanitaria? È la ragione per cui bisogna essere contro le guerre oggi e pretendere la pace il prima possibile. Ogni giorno di guerra è un giorno di crimini. Da una parte e dall’altra”.



Toni Capuozzo e i dubbi sul massacro di Bucha

Parlando del massacro di Bucha, sul quale proprio Toni Capuozzo aveva sollevato polemiche, il giornalista spiega: “Bucha è diventato una specie di mito intoccabile. Ma facciamo chiarezza: ci sono centinaia di morti nelle fosse comuni, che sono state scavate dagli ucraini stessi dietro la chiesa. Non erano fosse comuni nascoste in un bosco. In quelle fosse erano stati sepolti i morti durante l’occupazione russa, che è durata più di un mese. Che siano stati uccisi dopo torture o a sangue freddo è facile immaginarlo. Il Guardian, però, ha parlato anche di un certo numero di vittime che presentava dei dardi, che sono tipici delle bombe a grappolo sparate dall’artiglieria. Sarebbero dunque morti sotto i bombardamenti, che non erano dei russi, perché tenevano la città, ma probabilmente degli ucraini. Sicuramente, è stata una strage su cui bisogna indagare, soprattutto sul numero delle vittime attribuibili a crimini di guerra. Ma bisogna andare anche ad investigare su quante siano, purtroppo, le cosiddette vittime collaterali”.



Sui morti in strada, Capuozzo ha avanzato dubbi e domande, ma a suo dire non ha ricevuto risposte: “Su quelli ho posto delle domande, ma continuo a non sentirmi soddisfatto delle risposte. Ho notato che diverse vittime avevano dei bracciali bianchi sul braccio e mi è stato detto che erano dei civili che volevano arrendersi. In realtà, sappiamo che sono i russi, e chi collabora con loro, ad avere il fazzoletto bianco al braccio. Alcune di quelle vittime, poi, avevano accanto razioni alimentari russe. Nessuno ha mai spiegato come mai. I russi hanno dato loro le razioni alimentari e poi li hanno ammazzati? Non c’è una foto in cui si vedono dei bossoli per terra, che invece ci sono quando si ammazza un uomo da breve distanza. Ci sono infine le immagini in cui i corpi vengono trascinati con un cavo. Ora, io li ho visti i corpi minati in Bosnia. La mina è fatta in modo che, una volta che non c’è più pressione, esplode. Quei corpi sono stati trascinati per metri. È solo imperizia o qualcos’altro? Nessuno ha risposto. Come si sono conservati quei corpi che, secondo le foto satellitari, sarebbero rimasti lì per più di venti giorni?”.