Il Battaglione Azov, che sta resistendo nei bunker sotto la acciaieria Azovstal a Mariupol, sta tenendo in scacco l’esercito russo che vuole conquistarla per avere il totale controllo sulla città portuale e su tutta la faccia meridionale ucraina ad eccezione di Odessa. Ma continua a far discutere per la presenza di nazisti. Ne è sicuro Toni Capuozzo, che infatti ieri a Quarta Repubblica ha dichiarato: «Il Battaglione Azov è stato una formazione nazionalista con simboli neonazisti che ha messo in atto una pulizia etnica nei confronti dei russofoni del Donbass. Sono dei nazisti pragmatici. L’esercito ucraino lo ha reclutato è ampiamente usato».



Un’accusa pesante quella del giornalista che ha seguito sul campo il sanguinoso conflitto che si è scatenato nel Donbass nel 2014. Questo chiaramente non vuol dire che tutta l’Ucraina sia da denazificare. «Ma è sotto gli occhi di tutti però che l’esercito ucraino ha reclutato un reggimento con il culto del passato nazista e l’ha reso parte del proprio schieramento ufficiale e lo ha utilizzato nel Donbass per assolvere compiti da guerra civile», ha spiegato Toni Capuozzo.



PIROG (BATTAGLIONE AZOV) “SI CONFONDE NAZIONALISMO CON NAZISMO”

Ma a Quarta Repubblica è intervenuto proprio Michail Pirog, comandante del Battaglione Azov, il quale non vuole che il gruppo paramilitare venga definito nazista o fascista. «Mosca sta usando tantissima propaganda. La Russia insiste che tutta l’Ucraina è nazista, che il governo di Zelensky, legittimamente eletto, è fascista. Secondo loro lo era Poroskenko e ora Zelensky e il suo governo. Loro confondono nazionalismo e nazismo». Per Pirog, dunque, sono semplicemente pronti a difendere la propria terra, la propria patria.



Non per questo devono essere considerati nazisti. «Tutto ciò è nazionalismo normale, sano». Il comandante del Battaglione Azov ha anzi rilanciato: «Vediamo cosa sta facendo l’esercito russo in Ucraina, quello che stanno facendo loro è il vero fascismo». Riguardo invece la situazione a Mariupol, ha ammesso che «è molto complessa», ma nessuno vuole arrendersi. «Tutti i nostri difensori a Mariupol, ragazzi e ragazze, sono degli eroi. Combatteranno fino alla vittoria, fino alla morte».